Omb, dibattito fiume in Consiglio

In discussione la delibera di indirizzo a Brescia Mobilità per la cessione della società. Del Bono: "C'è da mettere al riparo il bilancio 2014: ecco perché c'è fretta".

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(p.f.) Seduta fiume in Consiglio Comunale per la delibera d’indirizzo sulla vendita di Omb International.
Come era forse inevitabile, la discussione si è trasformata in un confronto vivace, con toni a tratti anche duri, che ha spaziato dalle origini della vicenda ai motivi che portarono la giunta di Adriano Paroli ad acquistare l’azienda alla modalità con cui ora si vuole vendere. Un dibattito andato avanti fino in tarda serata, iniziato con la discussione sulle tre pregiudiziali presentate dall’opposizione, con alcuni distinguo del M5S.
La prima riguardava la competenza del Consiglio ad approvare una delibera d’indirizzo; la seconda, la carenza dell’istruttoria, perché il Consiglio non ha avuto modo di visionare il piano industriale; la terza, la necessità di scegliere l’acquirente con procedura di evidenza pubblica. Come ha illustrato Francesco Onofri, capogruppo di Piattaforma Civica, in caso di vendita diretta tramite trattativa privata da parte di Brescia Mobilità a un prezzo non di mercato, lo stesso Consiglio potrebbe dover rispondere di un danno erariale.
A chiarire i dubbi, il segretario comunale Carmelina Barilla, che ha confermato la competenza del Consiglio Comunale e che ha sottolineato come anche le società in-house siano tenute ad osservare le stesse norme e procedure di affidamento attraverso gara pubblica e che gli amministratori di Brescia Mobilità opereranno sotto la loro responsabilità.
Bocciate le eccezioni sospensive, il dibattito si è acceso sulla delibera. Il testo, illustrato dall’assessore al bilancio Paolo Panteghini, dà mandato a Brescia Mobilità di avviare le procedure per la cessione della società, con un occhio alla questione occupazionale. Panteghini ha ricordato che il ricco portafoglio clienti dell’azienda creerebbe per altro problemi, perché servirebbero dei finanziamenti per sostenere la produzione. «Politicamente e giuridicamente è ragionevole che l’azienda debba essere venduta», sottolinea Onofri, «il tema è quello per cui forse questa società poteva essere valorizzata in A2A e Aprica. Ritengo che non si tratti di una delibera di indirizzo, però, ma di una delibera che si basa una richiesta dettagliata. Il consiglio comunale è costretto ad avallare decisioni prese da altri».
Il capogruppo del M5S Laura Gamba ha invece riportato l’attenzione sulla storia di Omb, chiedendosi come la Loggia sia riuscita ad acquistare un’azienda che molti imprenditori non sono riusci a comprare. «Andando a rileggere le dichiarazioni di allora, si trovano promesse alla “amici miei”. Come pensava, il Comune, di convertire una società che faceva cassonetti in autobus elettrici senza buttarci dentro capitale? Oltre a stigmatizzare il passato, ci sono altre domande: perché ci si è lanciati in questa avventura? C’era il piano industriale, prima di acquistarla? Perchè non si è passati dal consiglio comunale? Si disse che l’acquisto avrebbe salvato i 100 lavoratori. Bene, ma perché Omb e non Mac o altre cooperative di servizi sociali?».
Per Alessandro Cantoni, della Civica Del Bono Sindaco, «in questo momento di difficoltà finanziarie, sostenere Omb vorrebbe dire tagliare risorse per i servizi», mentre il capogruppo del Pd Fabio Capra è ritornato sulla storia dell’acquisizione, ricordando anche il suggerimento che il Pd aveva dato di far acquistare Omb ad A2A. «La risposta fu che non era un investimento interessante. La politica autorevole doveva impuntarsi e pretendere che Tarantini la comprasse».
Articolata la risposta dell’ex sindaco Adriano Paroli. «Le responsabilità delle scelte le prendo e le rivendico. Io proposi all’allora presidente di A2A Zucconi di acquistare Omb, perché sarebbe stato un grande risparmio e potenzialità. A2A disse che era troppo piccola. Vero che non c’è stato quell’aiuto, quella vicinanza che si contava potesse esserci. L’abbiamo conmprata perché c’erano 100 persone, 100 famiglie, che oggi non avrebbero più lavoro. Sarebbe saltata e portata altrove. Non ritengo un tabù il fatto di poterla vendere, ma non in questo modo o a queste condizioni, perché non garantiscono l’occupazione e il milgior prezzo. Nel 2011 ha dato 700mila euro di dividendi, nel 2012 è andata male, come un po’ in tutte le aziende, e da allora è diventata una questione politica».
Per Paroli, le dichiarazioni dell’ultimo anno non faranno bene all’azienda. «Se uno vole vendere un appartamento, non passa un anno a dire che fa schifo, ma anzi, magari lo rimette anche a nuovo. Non è un tabù che si possa vendere, vorrei che almeno si mantenesse l’occupazione. Dal punto di vista politico, però, ricordo che noi dei problemi ci siamo sempre occupati, caso lampante è la metropolitana, che abbiamo trovato senza finanziamenti per le opere complementari e senza piano finanziario. Mi auguro che questa amministrazione faccia lo stesso».
L’assessore alla mobilità Federico Manzoni ha ribattuto che è stata la stessa giunta Paroli a strumentalizzare Omb, sin da quando, in occasione dell’approvazione del bilancio consuntivo 2011, i consiglieri ricevettero come gadget dei cassonetti gialli a salvadanaio, a testimonianza della bontà della scelta di acquistare l’azienda. «E forse si può andare anche più indietro», ha sottolineato, «a quando ricevemmo un invito per il 26 maggio 2009 alle 16 per parlare della difficile situazione di Omb. La mattina ci dissero che la riunione era stata anticipata alle 14, e quando iniziò, saltò fuori che c’era la soluzione e che il Comune comprava Omb. Il teatrino è iniziato lì, e ora non può passare che chi è stato responsabile di quella operazione si erga a censore».
Per il capogruppo della Lega, Nicola Gallizioli, la delibera proposta dalla giunta è vuota di contenuti, un semplice mandato che il consiglio dovrebbe dare a Brescia Mobilità. Posizione condivisa da Nini Ferrari, capogruppo di X Brescia Civica, secondo cui l’operazione di vendita servirebbe solo a far cassa, mentre per Donatella Albini, di Al lavoro con Brescia, il Comune non può salvare un’azienda economicamente in difficoltà in una situazione in cui il Comune si trova ad affrontare tagli di trasferimenti per i servizi.
A conclusione, l’intervento del sindaco Emilio Del Bono, che ha spiegato il perché dell’urgenza di approvare la delibera e che non si è voluta fare un’opera di denigrazione dell’azienda, ma solo una presa d’atto della situazione. «E’ corretto», ha spiegato il primo cittadino, «che noi diamo degli indirizzi alle nostre controllate, perché procedano sulla base di indicazioni non politiche, ma amministrative». Del Bono ha quindi ricostruito le origini della delibera. Alla base, due fatti. Primo, la comunicazione di Brescia Mobilità sulla relazione dell’esercizio 2012, in cui al Comune si fa sapere che la perdita del gruppo è dovuta a due motivi: il non trasferimento per la Park city e le perdite di Omb. Ad ottobre, poi, la richiesta di ulteriori fondi, per finanziare Omb.
«Ci siamo trovati di fronte a questa richiesta: questo è parlar male dell’azienda? Assolutamente no, perché come tutte le aziende sane, anche Omb ha bisogno di un socio per stare in piedi. Omb ha un futuro, ma ha bisogno di un soggetto che sopporti il rischio d’impresa. Il comune di Brescia è in grado di sopperire a richieste finanziarie? Brescia Mobilità non è in grado, a chiesto a noi se e la facciamo. Non c’è un’inevitabilità della decisione. Il problema non è di Omb, ma è nostro: se nel 2014 ci chiedono delle risorse finanziarie, il Comune è in grado? La risposta dobbiamo dirgliela noi». Questo, per il sindaco, l’oggetto della delibera. «Il tema è mettere al riparo il bilancio 2014, ecco perché c’è fretta».

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