M5S: “Oscar Lancini si dimetta da sindaco”

Arrivano le prime reazioni a caldo. Cgil: "Sarebbe la conferma che il primo cittadino di Adro ritiene la pubblica amministrazione una cosa propria".

(red.) Non tardano ad arrivare le reazioni sull’arresto del sindaco di Adro Oscar Lancini.
I primi commenti dal mondo della politica arrivano da Sel e M5S. L’onorevole Luigi Lacquaniti, eletto a Brescia per Sel, insieme a Titti De Salvo, spiega che: «Nel pieno rispetto delle prerogative della magistratura e della presunzione di innocenza di Lancini, spero che Adro possa tornare ad essere famosa per la qualità del vino prodotto dalle varie aziende agricole del territorio e per l’accoglienza e la sensibilità mostrata in varie occasioni dai suoi abitanti e non per le scellerate politiche amministrative».
Chiede le dimissioni di Lancini il consigliere regionale del M5S Giampietro Maccabiani. «Non possiamo che ricordare le lezioni di legalità che ci impartiva la Lega Nord contro i partiti della Prima Repubblica con lo slogan “Roma ladrona”. Al contrario sembra proprio che la Lega si sia adattata a quell’affarismo e a quella mala
gestione, gli stessi che hanno depredato il Paese di risorse pubbliche per anni e ha
distrutto la Pubblica Amministrazione. Suona francamente fuori luogo la solidarietà espressa al sindaco a tutti i livelli dal suo partito. Confidiamo in una pronta definizione della vicenda nell’interesse del bene pubblico da tutelare e restiamo in attesa delle dimissioni del primo cittadino».
Dura la reazione anche della Cgil di Brescia, protagonista di numerose battaglie legali contro il sindaco di Adro. «L’arresto del sindaco di Adro per turbativa d’asta è diversa dai Soli nelle Alpi a scuola e dalle delibere discriminatorie contro le quali la Camera del Lavoro di Brescia, insieme alla Fondazione Piccini e all’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, si è mobilitata. La nostra è stata una battaglia, vinta, per il rispetto delle regole e delle Costituzione alle quali il sindaco di Adro non voleva sottostare. Certo, anche in questo caso, se venissero confermati i sospetti della magistratura, ci troveremmo di fronte a una palese violazione delle regole per le gare d’appalto e alla conferma che il sindaco di Adro ritiene l’Amministrazione “cosa propria”, dalla gestione del denaro pubblico alla differenziazione dei cittadini fino all’elargizione di favori e appalti alle aziende amiche».

 

 

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