Segreteria Pd: una poltrona per tre

I notabili del partito stanno con Orlando. Alternativo all'uscente Bisinella. Ma c'è l'incognita Vivenzi che potrebbe spostare l'asse. In barba al patto Alfieri-Martina

(b.q.) Se a Roma, dopo l’accordo con Enrico Letta e quello per le primarie aperte anche ai non iscritti, Matteo Renzi è il più quotato dai bookmakers per la poltrona di segretario nazionale del Pd, nei livelli locali del partito la situazione appare più intricata.
IL PATTO ALFIERI-MARTINA. In Lombardia, per esempio, Alessandro Alfieri, consigliere regionale renziano nominato reggente della segreteria dopo il passaggio del bergamasco Maurizio Martina a sottosegretario all’Agricoltura, pare avere stretto un patto con il predecessore. Assicurando all’ex enfant prodige dalemiano la non belligeranza dei seguaci di Renzi nei congressi provinciali di Brescia, Bergamo e Milano.
Questo sulla carta, ma in realtà la strategia di Alfieri non ha convinto tutti i dirigenti locali, sempre più infastiditi dalle intromissioni che partono dall’alto. E così, quasi ovunque, non si sono fatte attendere candidature alternative.
LA FORZA DI MICHELE ORLANDO. A Brescia per esempio, Michele Orlando, sindaco di Roncadelle, candidato da cinque dei sei parlamentari Pd, dall’area di sinistra e amico di Martina, pare molto agguerrito e sembra aumentare il proprio consenso grazie alla forza organizzativa del Cipec, la corrente di Claudio Bragaglio e Paolo Corsini. Oltre alla stima personale accreditata presso la base in quasi vent’anni di lavoro come funzionario.
Con Orlando sta anche
Franco Tolotti, ex segretario provinciale ed ex parlamentare tornato da qualche anno all’insegnamento e da poco riaffacciatosi in politica. Per Tolotti, sempre in via ufficiosa, si parlava anche di una possibile candidatura alla segreteria cittadina, smentita dallo stesso ex deputato a quiBrescia.it.
L’INCOGNITA PIETRO BISINELLA. Come coordinatore provinciale corre, però, anche Pietro Bisinella, sindaco di Leno e segretario uscente, non riconfermato dagli ex bersaniani e da ormai qualche anno di fatto segretario di minoranza.
Una sua vittoria potrebbe far saltare il banco degli accordi regionali.
Bisinella, bersaniano anomalo come è stato definito nelle primarie del 2012, ha dichiarato il proprio appoggio a Renzi alle future primarie per la segreteria nazionale, riscoprendo l’entusiasmo verso il rottamatore che lo aveva convinto subito dopo la sua partecipazione alla convention della Leopolda nell’estate 2012.
Attorno a lui sono pronti a dar battaglia
Giorgio de Martin, segretario cittadino uscente ricandidatosi, e il consigliere regionale Gian Antonio Girelli.
UNA CHANCHE PER ANTONIO VIVENZI. I rumors dicono che possa essere però Antonio Vivenzi, renziano della prima ora sostenuto dal neoparlamentare Alfredo Bazoli, l’ago della bilancia.
Il primo cittadino di Paderno, presentando la propria candidatura alla segreteria provinciale, ha infatti reso molto concreta la possibilità di un secondo turno, necessario per regolamento se, nella prima fase di elezione dei circoli, nessun candidato raggiungerà la maggioranza assoluta.
Senza convergere sui due candidati già in lizza, quindi, il politico franciacortino – in cerca di riscatto dopo la candidatura alle Regionali non andata a buon fine – si è costruito una posizione terza da mettere sul piatto degli accordi locali.
UN’IPOTESI DI MEDIAZIONE. Dunque, anche in questo caso, la conclusione non è affatto scontata. Infatti, a fronte di un possibile fronte maggioritario dei rottamatori a favore di chi avrà la meglio al primo turno tra Vivenzi e Bisinella, potrebbe subentrare la scelta a sorpresa di una proposta unitaria su Orlando.
A questa ipotesi sta lavorando anche
Gianluca Del Barba, consigliere di Cogeme e del cda dell’università statale, uomo di potere franciacortino vicino a Vivenzi.

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