Dimissioni ministri Pdl, è crisi di governo
Questa la scelta di Silvio Berlusconi per il mancato stop all'aumento dell'Iva, ma il partito si spacca tra falchi e colombe. Cominelli (Pd): "Vergogna". Crimi (M5S): "Tutti a casa".
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(red.) Si apre la crisi di governo, dopo le dimissioni in massa dei ministri del Pdl.
Una decisione presa dallo stesso Silvio Berlusconi, sollecitato dai falchi del partito, che ha trovato il disaccordo di chi invece riteneva che ci fosse ancora qualche possibilità di sopravvivenza, come Fabrizio Cicchitto. Nella nota ufficile, il Cavaliere ha spiegato di aver «invitato la delegazione del Popolo della Libertà a valutare l’opportunità di presentare immediatamente le dimissioni per non rendersi complici, e per non rendere complice il Popolo della Libertà, di una ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani».
Quindi l’attacco al premier Enrico Letta. «La decisione assunta da Enrico Letta, di congelare l’attività di governo, determinando in questo modo l’aumento dell’Iva è una grave violazione dei patti su cui si fonda questo governo e contraddice il programma presentato alle Camere dallo stesso premier e ci costringerebbe a violare gli impegni presi con i nostri elettori durante la campagna elettorale e al momento in cui votammo la fiducia a questo esecutivo da noi fortemente voluto». Per il Cavaliere «l’ultimatum lanciato dal premier e dal Pd agli alleati di governo sulla pelle degli italiani appare irricevibile e inaccettabile».
Le dimissioni sono state poi confermate attorno alle 18,30 di sabato 28 settembre, da Angelino Alfano.
«Gesto folle per motivi personali» ha commentato Letta, che, come tanti, è stato colto di sorpresa dall’improvvisa accelerazione. Nel pomeriggio di domenica 29 settembre, previsto l’incontro tra il premier e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Dai politici di Brescia le prime reazioni. «Dimissioni ministri Pdl: per loro B viene prima dell’Italia, vedi prossimo conseguente aumento Iva.Vergogna», è il commento della deputata Pd Miriam Cominelli. «Nessuna strategia, tutti a casa e vinciamo le elezioni», ha commentato il senatore del M5S Vito Crimi.
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