«Villaggio Badia, terra franca del degrado»

In una lettera aperta, l'assessore regionale di Fdi, Viviana Beccalossi, fa appello al sindaco di Brescia Emilio Del Bono perchè intervenga nel quartiere.

(red.) Una lettera aperta al sindaco di Brescia Emilio Del Bono per richiamare l’attenzione sul tema della sicurezza in città, in particolare nei quartieri Mandolossa e Badia, quest’ultimo teatro di una violenta aggressione avvenuta domenica 28 luglio ai danni di un pensionato 83enne.
L’ha scritta l’assessore regionale di Fratelli d’Italia, Viviana Beccalossi, bresciana e “orgogliosa residente al Villaggio Badia”.
Riportiamo integralmente il testo della missiva.

«Caro Sindaco, qualche giorno fa la nostra città si è svegliata con un profondo senso di amarezza e viva preoccupazione per la notizia della violenza operata ai danni di un anziano: un fatto gravissimo che conferma una situazione che non può e non deve più essere ignorata. Da tempo alla Badia e Mandolossa si sono registrati fatti di cronaca preoccupanti: furti, decine di rapine oltre che costanti manifestazioni di degrado, mancanza di rispetto del bene pubblico e della libertà dei residenti di vivere gli ambienti comuni. Sinora la Sua Giunta non solo non si è espressa o ha preso provvedimenti risolutivi al riguardo, ma ha condannato queste zone della città ad un silenzio assordante che non può essere tollerato oltre. Abito alla Badia ormai da sette anni, conquistata dal suo essere un ‘paese nel paese’, un luogo dove ancora chi ti incontra ti saluta, dove tutti si conoscono e si preoccupano gli uni per gli altri. Certo, percorrendo via Milano per tornare a casa la sera, si ha la sensazione di essere su un ‘ponte sospeso’ che ti porta a ‘confine del regno’, la dove incontrare un bresciano o un negozio gestito da italiani è cosa assai rara a trovarsi. Pare che questa zona, a soli 10 minuti dalla centralissima piazza della Loggia, sia stata cancellata e ridisegnata come “terra franca” dell’immigrazione  autoreferenziale. Ma alla Badia, piuttosto che al villaggio Violino i nostri figli vanno a scuola con i figli di genitori extracomunitari e possiamo dire che seppur non senza difficoltà, una certa forma di integrazione vi è stata. Ieri ho incontrato personalmente il sig. Giovanni e gli ho espresso tutta la mia solidarietà: è un uomo di 83 anni, mite, cordiale, che ama il suo quartiere, per il quale si impegna in qualità di volontario Auser. Stava recandosi come tutte le domeniche al bar, prima della Messa,  quando è stato insultato e picchiato senza motivo da un extracomunitario di origine pakistana o indiana. Un gesto inaccettabile in una società civile, non solo da condannare con fermezza,  ma da leggere per quello che è: un chiaro segnale che la situazione d’insicurezza vissuta quotidianamente da ogni bresciano non è solo reale e tangibile, ma in via di aggravamento! Caro sindaco, so che lei è originario della Badia, e proprio per questo non può non avere, come me, a cuore i suoi oltre 3000 abitanti e il loro futuro.  Le chiedo di attivarsi quanto prima perché simili vicende non si ripetano. Cominciamo da questo: restituiamo al sig. Giovanni e a tutti i residenti della zona la fiducia in Brescia e in chi la amministra, a prescindere dal livello istituzionale o dal colore politico».

 

 

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