Acli: “Senza Province, più costi e sprechi”

Secondo l'associazione, un governo di area vasta porterebbe più spese."Ora percorso condiviso per una riorganizzazione e razionalizzazione del sistema".

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(red.) Un percorso condiviso per la riorganizzazione e la razionalizzazione delle Province.
Lo chiedono le Acli di Brescia, dopo la bocciatura della riforma Monti da parte della Consulta. «È auspicabile che si affronti in maniera organica e sgombra da condizionamenti populistici l’intera materia di una riorganizzazione e razionalizzazione delle competenze degli Enti Locali, attraverso un percorso condiviso e per la via maestra costituita dalle procedure di riforma costituzionale previste dall’articolo 138 della Costituzione, preparata dal percorso indicato dal Governo, del lavoro dei “saggi” e della commissione parlamentare».
Per le Acli, abolire le province creerebbe numerosi disagi. «E’ del tutto evidente  l’inconsistenza delle motivazioni economiche addotte dai fautori della campagna contro le province. Semmai è vero il contrario: la loro abolizione comporterebbe maggiori costi e sprechi nella gestione del governo di area vasta. Ma soprattutto, non è concepibile che una grande nazione come l’Italia che voglia mantenere un livello di coordinamento accettabile fra centro e periferia, si privi del livello di governo provinciale. Non lo fanno le organizzazioni sociali che hanno tutte nel livello provinciale il fulcro della loro organizzazione, perché mai dovrebbe rinunciarci lo Stato?».
Per l’associazione non va, infine, dimenticato che molte competenze e risorse in questi anni si sono arenate al livello regionale, mentre meriterebbero di essere delegate ai comuni ed alle province.

 

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