Paroli: “A2A rischia, e le famose quote rosa?”

L'ex sindaco di Brescia, a tre settimane dalla sconfitta elettorale, rompe il silenzio e si toglie qualche sassolino dalla scarpa commentando la Giunta Del Bono.

(red.) Lunedì siederà nei banchi del Consiglio comunale a Brescia, tra le file dell’opposizione. A tre settimane dalla sconfitta elettorale, l’ex sindaco Adriano Paroli rompe il lungo silenzio e, dopo una breve vacanza in famiglia, torna a parlare pubblicamente, non senza togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
A partire da A2A, la multituility dei Comuni di Brescia e Milano, per la quale è stato annunciato, proprio venerdì 28 giugno, la ridiscussione dei patti parasociali da parte dei due primi cittadini Emilio Del Bono e Giuliano Pisapia.
Secondo Paroli, così come fu un’azione sbagliata quella della fusione, nel 2007, delle due energetiche, Asm e Aem, nella utility lombarda, altrettanto potrebbe dimostrasi esserlo, in un futuro, il cambio dei patti parasociali.
Perché? Perché il venir meno del sistema duale, che funge da controllo reciproco, potrebbe avvantaggiare il capoluogo meneghino e mettere Brescia, invece, in un angolo.
L’ex numero uno in Loggia ha annunciato che siederà nei banchi del Pdl, ma che non ne sarà il capogruppo. Paroli vorrebbe aumentare il “peso” dei moderati italiani in seno al Partito popolare europeo (Ppe) e aquesto progetto vuole operare sia all’interno del Comune sia in città.
E ha annunciato un’opposizione dura e rigorosa, senza sconti, ma che non cada nell’attacco personale e negli insulti, come invece, ha rimarcato, è accaduto nel contesto della campagna elettorale dove, ha sottolineato, non sono mancati affondi “indecenti” alla sua persona.
Parlando pi della nuova Giunta, Paroli ha sottolineato che si tratta di una squadra “Pdcentrica”: in particolare, il riferimento è all’assessore al Welfare, Felice Scalvini, rappresentante di federazioni di cooperative sociali con cui la Loggia dovrà continuare a lavorare, sebbene ciò, ha ribadito l’ex sindaco, potrebbe porre un problema di conflitto di interessi.
Ma ci sono anche le cosiddette “quote rosa” nel mirino dell’ex primo cittadino: mentre Laura Castelletti e Donatella Albini, quando sedevano all’opposizione avevano votato contro lo statuto comunale per la presenza femminile in Loggia, ora che Del Bono deve comporre la squadra di Giunta risultano essere solo al 30%. Due pesi e due misure, secondo Paroli.

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