Mac, Airaudo (Fiom): “Accordi disattesi”

“Nella questione”, ha spiegato il sindacalista, in corsa alla Camera per Sel, “c'è una grande responsabilità delle forze politiche". "In Parlamento le istanze degli operai".

(p.f.) Continua il presidio dei lavoratori Mac in via Volturno e via Franchi a Brescia. Nel pomeriggio di mercoledì 6 febbraio, il gruppo ha ricevuto la visita di Giorgio Airaudo, storico sindacalista di Fiom Cgil, in corsa alla Camera per Sel.
“Nella questione Mac”, ha spiegato, “c’è una grande responsabilità delle forze politiche. Abbiamo un’azienda che deciso internazionalizzarsi, visto che Iveco è ormai assorbita in Cnh e si sta spostando verso gli Usa. Probabilmente, una scelta  che farà da apripista allo spostamento anche di Fiat verso gli Stati Uniti. In tutto questo, nessuno ha chiesto conto delle conseguenze e delle ripercussioni che si avranno in Italia”. Politici silenti anche per quanto riguarda il mancato rispetto degli accordi. Gli 84 lavoratori Mac che dal 15 febbraio rischiano di essere licenziati, infatti, secondo gli accordi, sarebbero dovuti essere riassorbiti da Iveco.
“Gli accordi invece sono stati disattesi”, ha proseguito Airaudo, “senza né la politica, né la giustizia sino intervenuti”. Anche per questo silenzio, molti operai ritengono opportuno non andare a votare alle prossime elezioni. “Li capisco, ma non è così che si risolvono le cose, perché il prossimo governo si occuperà anche di chi non è andato a votare”. La promessa di Airaudo, ovviamente, è di portare in Parlamento, una volta eletto, le istanze degli operai.
“Ma non con Monti, che fino ad ora non ha fatto gli interessi dei lavoratori. Con lui e con Berlusconi, la Fiat ha fatto quello che ha voluto. Il centrosinistra la convocherà e chiederà conto di quello che intende fare”. Intanto, però, per i lavoratori Mac, le speranze di essere riassorbiti si assottigliano.
“Neanche le istituzioni locali, dal Comune al Prefetto”, ha spiegato Francesco Bertoli, segretario provinciale Fiom Cgil, “che pure avevano promesso di interessarsi, ci hanno fatto sapere qualcosa. Dovremmo essere convocati prima del 15 in Regione, come richiesto dalle procedure della mobilità. Ad ogni modo, noi continueremo anche dopo il 15 a farci sentire”. Secondo Mirko Lombardi, di Sel Brescia, “il presidio Mac è simbolico del più generale problema del lavoro. Una vicenda che dimostra che gli accordi sindacali non hanno più valore: ma un Paese così, è un Paese dove il lavoro non conta più”.

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