Pensionati, la crisi morde la spesa sociale

I sindacati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil hanno chiuso la contrattazione con i comuni bresciani con 116 accordi. Nella rete dei contributi di sostegno al reddito manca però Brescia.

(p.f.) Si chiude con 116 accordi con altrettanti comuni l’anno di contrattazione sociale tra i sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil e i comuni bresciani (157, è esclusa tutta l’area della Val Camonica) a favore di 350mila pensionati e oltre 200mila over-65.
Un po’ per la crisi, un po’ per la difficoltà a raggiungere un consenso, rispetto al 2011 sono stati siglati 5 accordi in meno. “Dal punto di vista numerico e della qualità degli accordi raggiunti, però, siamo soddisfatti”, ha spiegato Alfonso Rossini, segretario di Fnp Cisl, “considerata la congiuntura economica non facile, che ha messo in serie difficoltà le casse delle amministrazioni locali”. Il quadro entro cui si sono mosse le parti sociali non è stato semplice. La prima difficoltà incontrata è stata proprio la riduzione di risorse nelle casse comunali. Secondo, l’introduzione dell’Imu ha ritardato l’approvazione dei bilanci da parte di molti comuni, rallentando di fatto la possibilità di contrattazione sociale, visto che le amministrazioni non avevano la certezza di entrate e uscite. Terza difficoltà, la riduzione, e in alcuni casi l’azzeramento, della spesa sociale a livello centrale, che ha comportato una riduzione dei trasferimenti dalla Regione ai Comuni.
“In questo quadro”, ha illustrato Ernesto Cadenelli, segretario generale Spi Cgil Brescia, “l’impostazione condivisa è stata di mantenere i servizi alla persona esistenti. In linea di massima, siamo contenti perché  l’obiettivo è stato raggiunto. Certo, c’è stato qualche arretramento, ma si tratta di cose minime, come lievi aumenti nelle tariffe. I servizi sono stati però mantenuti”. Quattro i capisaldi su cui si è articolata la contrattazione da parte dei sindacati. Innanzitutto, la domiciliarietà, dalla consegna del pasto ai servizi infermieristici: si è puntato a raggiungere anziani e pensionati nelle loro abitazioni. Si è puntato, poi, anche con un intervento sovracomunale, a incentivare il trasporto delle persone in difficoltà. Terzo punto, il telesoccorso, con l’organizzazione di strumenti di prevenzione, anche a livello sovracomunale. Da ultimo, i sindacati hanno spinto i Comuni a garantire la rete dei contributi di sostegno al reddito, visto che la media delle pensioni nel bresciano è di 800-850 euro. Gli accordi dettagliati comune per comune sono pubblicati sul sito di Spi Cgil.
Nell’elenco, si fa notare l’assenza del comune di Brescia.
“E’ un problema storico”, ha spiegato Rossini, “da quando c’è questa amministrazione, che non ritiene fondamentale avere delle relazioni sindacali stabili. Nonostante questo, abbiamo ottenuto dei risultati importanti, come il bonus anziani:siamo stati cocciuti nel chiedere all’assessore Maione di portare a termine l’impegno che si era assunto o, semmai, di metterci la faccia e spiegare che non poteva mantenere la promessa presa. E l’abbiamo spuntata, anche se l’importo liquidato è la metà di quello che doveva essere”.
Per il futuro, non mancano le sfide. Due i temi caldi all’orizzonte. Molti Comuni hanno aderito al patto anti-evasione con l’Agenzia delle Entrate, impegnandosi a cooperare per recuperare risorse. “Risorse”, ha spiegato Cadenelli, “che dovrebbero restare alle amministrazioni locali, ma non è chiaro  come verranno impiegate. Spingeremo perché siano usati per i servizi sociali”.
Ma non solo, perché altro grande tema, su cui i sindacati hanno potuto fino ad ora fare poco, ma su cui lavoreranno per il 2013, è la tassazione. “L’imposizione fiscale a livello locale supera ormai il 30%, tra Imu, Irpef, tariffa sui rifiuti. Il punto è che si tratta di tasse non progressive. L’Imu ad esempio pesa più sulle famiglie con redditi bassi che su quelle più ricche. Noi chiederemo, ad ogni livello, una maggiore progressività”.

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