Maroni lancia la Lega 2.0 e il “blocco del Nord”

Il neosegretario del Carroccio fa il punto sul partito. Bocciato il Governo Monti, si rilancia su tre regioni: Lombardia, Veneto e Piemonte. L'obiettivo? L' "egemonia".

(red.) Una Lega sempre più di lotta e sempre meno di governo. Che non dimentica il suo passato, ma guarda al futuro per darsi quella immagine adeguata ai nuovi tempi che faccia dimenticare scandali e diamanti.
Una Lega che viaggia sul web ma che non disdegna il pratone di Pontida. Una Lega che riparte dal suo nucleo Lombardia-Veneto-Piemonte: il ‘Blocco del Nord’, come lo chiama Bobo Maroni, pronto a lanciare la sfida contro una Roma che torna nuovamente ‘ladrona’ (accusata di sottrarre al Nord i proventi dell’energia) e ‘amica’ dei clandestini (con l’accusa di sanatoria mascherata). Una Lega che vede nel federalismo l’unica risposta alla questione Nord.
E’ questo il nuovo Carroccio, la ”Lega 2.0” di Roberto Maroni. Archiviato il congresso, il segretario torna nelle piazze sperando in una ”ripartenza” che riavvicini l’elettorato in fuga. Piazze reali e piazze televisive e web.
Anche Bossi è tornato ad affacciarsi (lo ha fatto domenica a Castelcovati, in provincia di Brescia). Ma il suo ruolo sembra ormai confinato in quello che Assago gli ha ritagliato.
Maroni, sul punto, è stato chiaro: per il fondatore del Carroccio nessuna ‘riserva di posti’ quando si dovranno decidere candidature o altro, il suo unico ruolo è quello che prevede lo Statuto, di ”garante” dell’unità del movimento. Alla sua prima uscita post-Assago il Senatur ne è sembrato conscio, limitandosi al mantra ”La Lega ha la sua linea, quella dell’indipendenza e della Padania, che non può essere modificata”. Ruolo che potrebbe però infine trovare stretto.
Maroni in tv ha sfoggiato l’aplomb da leader, incassando senza sbandamenti il mancato successo della campagna anti-Imu (”Io l’ho pagata, non abbiamo mai chiesto ai cittadini di diventare evasori”) come pure la battuta sulla sua ”portavoce-badante”, la campana Isabella Votino (”E’ una professionista di grande capacità. Io voglio una Lega che sappia premiare il merito. Il resto è gossip e invidia”).
Ha anche dato il suo voto in pagella a Monti: ”Squinzi è troppo generoso, il governo è sotto il 4”. Ed espresso una sua preferenza per il Quirinale: ”Vorrei una donna”. Sul tema caldo della ”spending review” si è mostrato, in linea con il suo nuovo ‘stile’, critico ma non ‘gridato’: ”Penso che gli italiani siano d’accordo con il taglio della spesa pubblica”, ma ”l’errore è che vengono fatti tagli lineari”. Il ”no” ai tecnici è comunque netto, come ha ribadito anche su Facebook: ”L’unica cosa dannosa per il Nord si chiama Governo Monti”.
La Lega che sta disegnando, assicura in tv, non ha il chiodo fisso delle alleanze (”sono in fondo alla nostra agenda”) perchè il Carroccio, ha detto l’ex ministro dell’Interno, ”non ricomincia da zero: ha una storia fatta di tante battaglie e successi e io voglio rilanciare la questione settentrionale. Noi dobbiamo diventare partito egemone del nord, che aggrega anche chi non vota lega”.
Certo però che quell’insistere su tre regioni a ‘guida comune Lega-Pdl’ qualcosa dice, quantomeno su quale sia il campo di gioco geografico-politico.
Lo ribadisce a tutta pagina ‘La Padania’: ”Blocco del Nord contro Roma”. Proprio ”La Padania”, il giornale del partito, sarà peraltro un altro elemento della ‘rivoluzione’ di Maroni. Al pari di tutta la ”comunicazione”, affidata ora al bresciano Davide Caparini. Dall’ufficio stampa fino al web, tutto verrà ricalibrato e riformato. Il quotidiano cartaceo resterà, almeno per il momento, ma il media informativo che assumerà un ruolo prioritario nella comunicazione sarà la ‘rete’, a partire dai ‘social network’ come Facebook e Twitter. E ovviamente la riforma riguarderà anche ‘Radio Padania’ e ‘Telepadania’, quest’ultima creatura proprio di Caparini.
Tutto cambia, assicurano da via Bellerio, ma non la parola d’ordine della Lega e del Congresso: ”Prima il Nord”.

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