Patitucci (Idv): “Cesio 137, diffida al comune”

Il consigliere regionale ha chiesto accurate indagini sulla ex- cava Piccinelli, dove è stato stoccato illegalmente del materiale radioattivo.

(red.) Il consigliere regionale dell’Idv, Francesco Patitucci, ha inviato una diffida a comune, Provincia, Regione, Asl e Arpa e Prefettura di Brescia per la questione dell’ex-cava Piccinelli, contaminata da cesio 137.
Il politico, residente  a Brescia, in via Tiziano, in una zona non distante dall’area contaminata di via Cerca, ha chiesto una serie di interventi per capire le reali criticità della zona e per arginare eventuali contaminazioni. “L’ex Cava Piccinelli”, si legge nel documento, “sorge dal 1976 in via Cerca 45, che si trova tra i quartieri di San Polo e Buffalora, ed è ormai da anni in stato di abbandono: manca la segnaletica di pericolo e la rottura dei teli impermeabili posizionati nel 1999 dalla ditta Nucleco, che dovevano arginare l’emergenza del Cesio per al massimo due anni, in 12 anni si sono deteriorati e nella discarica abusiva ha cominciato a formarsi percolato radioattivo. “Inoltre il progetto di bonifica, approvato dall’Asl, giace in un cassetto dal luglio 1998 e l’ultimo intervento di messa in sicurezza del sito risale al 1999”.
Sugli organi di stampa, ha ricordato Patitucci, è apparso il 13 gennaio 2012 la notizia che i dati Arpa del 19 settembre 2011 rilevano che la falda acquifera sottostante la ex cava Piccinelli sia contaminata in profondità da Cesio 137 con una radioattività che sfiora il milione di becquerel/Kg, “l’Arpa ha inoltre rilevato altre sostanze cancerogene, tetracloroetilene e cromo esavalente, con livelli superiori ai limiti di legge. ‘Considerando la risalita della falda di circa 4 metri‘, scrivono ancora i tecnici di Arpa Lombardia, ‘è possibile che la contaminazione radioattiva sia stata, ormai, in parte sommersa dalle acque’; un’eventualità che crea particolare inquietudine perché a poca distanza, nella direzione di scorrimento della falda, si trova un pozzo che rifornisce l’acquedotto della città”.
Alla luce di quanto comunicato, Patitucci rivolge formale atto di invito, significazione, diffida e messa in mora “affinchè gli enti intervengano presso il comune ad assumere i necessari chiarimenti e documentazione relativa alla vicenda in questione, onde comprendere quali siano stati gli interventi di messa in sicurezza, caratterizzazione e bonifica eseguita nel corso di questi anni; dispongano ogni atto ritenuto necessario e idoneo, anche se non espressamente menzionato, a garantire il raggiungimento dell’obiettivo di tutela dell’ambiente, del patrimonio e della salute pubblica, disponendo ogni misura ablativa della proprietà e conservativa del patrimonio ambientale atta a tutelare la condizione dei cittadini residenti. Il tutto entro e non oltre il termine di giorni 30 dal ricevimento della presente pena in difetto la presentazione di ogni iniziativa legale opportuna a tutela dei propri interessi”.

 

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