Faustini: “Sacrificare le Province è un errore”

Il presidente del consiglio del Broletto, Bruno Faustini, in una lettera aperta spiega perché la questione andrebbe valutata diversamente. Pensando al numero di abitanti.

(red.) Le Province sono destinate a scomparire? Il dibattito è incandescente a Brescia, come in tutta Italia. Mentre  il presidente dell’Upi (Unione province italiane) ha dichiarato che chiederà alla Camera di rivedere le norme che ridimensionano l’ente pubblico, il presidente del consiglio provinciale del Broletto, Bruno Faustini, in una lettera aperta spiega perché rinunciare alle Province sarebbe un errore.
“Sottolineare”, puntualizza Faustini, “come la difesa dell’ente Provincia non è funzionale a mantenere un posto ed un ruolo, ma a richiamare tutti al fatto che dobbiamo smettere, in Italia, di fare scelte su spinte emotive che spesso hanno poco a che fare con la ragione. Una attenta analisi sul ruolo della Provincia ci può portare a qualsiasi scelta, anche all’eventuale cancellazione, ma il vero obiettivo deve essere quello di meglio organizzare l’insieme degli enti e dei soggetti che governano i nostri territori, e ciò al fine sia di un risparmio che di un miglior funzionamento”.
Per il presidente “bisogna valutare se è funzionale e utile la persistenza di piccolissimi comuni sotto i 500 abitanti, bisogna vedere se è funzionale e utile la persistenza di numerosissimi piccoli Consorzi, Aziende ed Agenzie; bisogna valutare se sono funzionali tutte quelle province di ridotte dimensioni, inferiori ai 500mila abitanti e bisogna valutare se è funzionale uno Stato con una suddivisione in regioni che hanno così grandi differenze per dimensioni e popolazione”.
La Lombardia ha circa 9 milioni 950mila residenti, mentre la Valle d’Aosta ne ha solo 130mila, allora “perché non definire la dimensione minima in 500 abitanti per i Comuni, 500mila per le Province e un milione per le Regioni definendo con legge l’obbligo di aggregarsi per raggiungere la dimensione minima?”.
Oggi le regioni con meno di un milione di abitanti sono quattro (Umbria, Basilicata, Molise e Valle d’Aosta) le province con meno di 500mila abitanti sono 70 e i comuni con meno di 500 abitanti sono 850: “L’invito”, continua Faustini, “è che si facciano serie riflessioni e non vorrei che si sacrifichino nell’arena le province per distrarre l’attenzione da altri provvedimenti assai più pesanti per i cittadini e rispetto ai quali spero il Governo non abbia avuto la superficialità di analisi che ho verificato essere alla base di un provvedimento come quello della abolizione delle province”.
Qualche esempio? “Il dimezzamento del numero dei parlamentari, che spesso viene evocato e mai fatto, e una differenziazione tra la funzione della Camera dei deputati e quella del Senato; oggi sono solo un doppione che molti ritengono essere privo di utilità. Auspico pertanto che venga fatta una riforma seria delle istituzioni ai vari livelli conseguente a una approfondita analisi e una successiva riflessione tesa a modernizzare l’Italia”.

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