Comuni virtuosi, il vademecum dell’Anci

Un documento con 11 proposte al nuovo esecutivo guidato da Mario Monti per far uscire dalla crisi il sistema degli enti locali. Tra queste, premiare le amministrazioni virtuose.

Più informazioni su

(red.) I Comuni dettano al nuovo esecutivo guidato da Mario Monti una tabella di marcia avanzando undici proposte ritenute indispensabili per far uscire dalla crisi il sistema degli enti locali.
Il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani e, nei giorni scorsi il presidente dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani), Graziano Delrio, avevano inviato una lettera al premier Monti chiedendo un incontro per ”condividere” le scelte più urgenti.
Ecco le proposte:
1) Consentire ai Comuni che hanno rispettato il Patto di stabilità (è, ad esempio, il caso di Brescia) di sostenere il sistema economico effettuando spese in conto capitale, per investimenti in opere pubbliche, messa in sicurezza del territorio e degli edifici scolastici, mobilità sostenibile.
2) Sblocco di una percentuale dei residui presenti nelle casse dei Comuni per poter pagare le imprese che hanno realizzato opere pubbliche.
3) Correzione e semplificazione dei parametri previsti dalla legge per la classificazione dei Comuni in classi di virtuosità, anche in modo da assicurare la massima trasparenza nella selezione.
4) Assicurare la rapida erogazione dell’ultima rata delle risorse da trasferire ai Comuni e dei residui ancora non erogati dal parte dell’Amministrazione dell’Interno.
5) Rendere sostenibili gli obiettivi di riduzione del debito locale, per evitare ulteriori e drammatici effetti depressivi sugli investimenti.
6) Sospensione dell’applicazione dell’articolo 16 del dl n.38 riguardante i piccoli comuni al fine di definire in tempi brevissimi una norma applicabile, efficace e ragionevole che favorisca la gestione associata obbligatoria e l’efficienza nello svolgimento delle funzioni amministrative, nel rispetto del ruolo costituzionale del Comune, nonchè previsione di modalità semplificate e diversificate rispetto all’attuale patto di stabilità di compartecipazione dei piccoli comuni al concorso per il raggiungimento degli obiettivi.
7) Eliminazione di tutte le disposizioni che limitano irragionevolmente l’autonomia organizzativa (si pensi al vincolo del 40% sulla spesa di personale); che espongono i Comuni e gli amministratori a sanzioni e penalità sulla base di fattispecie in bianco ( si pensi alla cd. condotta elusiva del patto); che subordinano l’attività all’attuazione di norme obsolete e ambigue (si pensi all’obbligo di istituire i consigli tributari).
8) Prevedere una correzione alla normativa fiscale comunale, prevedendo che i titolari degli immobili adibiti ad abitazione principale ristabiliscano un rapporto con il Comune che e’ venuto meno dopo l’eliminazione dell’Ici sulla prima casa, nonché lo sblocco di tutti i tributi assegnati ai Comuni, nonché la relativa modulazione delle aliquote .
9) Previsione di disposizioni che consentano ai Comuni di poter disporre di risorse per interventi tesi a prevenire rischi idrogeologici e poter utilizzare tali risorse fuori dal patto di stabilità.
10) Individuazione di una soluzione normativa che consenta ai Comuni di affrontare i nuovi compiti in materia di riscossione.
11) Garantire che la disciplina relativa al processo di liberalizzazione dei servizi pubblici locali nei settori selezionati avvenga assicurando alcuni principi: rafforzare la funzione di regolazione dei soggetti pubblici in primo luogo i Comuni, anche per garantire la massima qualità dei servizi ai cittadini; graduale riduzione della partecipazione pubblica negli assetti societari; adeguata remunerazione del capitale pubblico, anche fissando soglie al di sotto delle quali la cessione non può essere effettuata e favorendo l’inserimento di fondi di investitori istituzionali; indirizzare i proventi delle cessioni ad investimenti nei settori oggetto di apertura al mercato.
Solo poco più del 2% dei comuni, infatti, secondo quanto riferisce il Sole 24 Ore, potrà usufruire degli sconti sugli obiettivi di bilancio del 2012 previsti dalla legge di stabilità a favore delle amministrazioni virtuose.
Il meccanismo premiale, infatti, si basa sulla corrispondenza del saldo zero rispetto al saldo complessivo a carico del comparto dei Comuni.
Questo significa che gli sconti di cui beneficeranno i virtuosi saranno per forza di cose pagati da quei Comuni che non rientreranno nella prima classe di virtuosità.
Il calcolo sarà basato su quattro indicatori: grado di autonomia finanziaria, rispetto del Patto di stabilità negli ultimi anni, capacità di riscossione ed equilibrio tra entrate e uscite correnti.
Gli sconti totali sono calcolati per una cifra pari a 130 milioni e, suddividendoli, non potranno dunque essere applicati a più del 2% dei Comuni.
 

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.