Crocetta: “La mafia è a Brescia come al sud”

L'europarlamentare del Pd, già sindaco di Gela, vive tutt'ora sotto scorta: "Nessuno deve pensare di essere immune, attenzione particolare ad appalti e politica".

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(c.p.) “La Mafia c’è al sud come al nord”. Rosario Crocetta, europarlamentare del Pd e già sindaco di Gela, l’ha ribadito venerdì mattina nel corso di un incontro con la stampa organizzato dalla segreteria provinciale del Pd e tenutosi al caffè della Stampa, a due passi da Palazzo Loggia.
“Chi lo nega commette un gravissimo errore”, ha sottolineato, “come chi ritiene che quello mafioso sia un fenomeno tutto italiano. In Europa i tentacoli delle Mafie arrivano ormai dappertutto e per questo serve un’azione di lotta congiunta a livello comunitario”.
In una recente intervista del procuratore Grasso rilasciata ad un quotidiano francese, ha ricordato Crocetta, si dice che “la mafia sarebbe pronta ad investire circa 500 miliardi di euro nel sud della Francia. Ciò dimostra che nessuno può ritenersi tranquillo”.
Le regioni del nord, e anche la provincia di Brescia, quindi, non devono pensarsi immuni dalla compenetrazione mafiosa nel tessuto sociale ed economico. “Lo dimostrano operazioni delle forze dell’ordine che hanno portato all’arresto di decine di affiliati residenti al nord”, ha ricordato Crocetta che durante il suo mandato di sindaco è finito nel mirino della Stidda (l’organizzazione criminale che opera a Gela) e che vive sotto scorta. “Va poi sottolineato come gran parte dei beni sequestrati alle mafie siano proprio nelle terre del nord”.
Osservati speciali dunque appalti e la politica. “In un momento di crisi economica come quella in cui stiamo vivendo”, ha commentato Crocetta rispondendo ad una sollecitazione del capogruppo Pd in Loggia, Emilio Del Bono, “è più facile che le organizzazioni criminali, le uniche che hanno a disposizione grandi quantità di denaro liquido, possano arrivare a scalare le aziende in difficoltà entrando così nell’economia legale per svolgere le loro operazioni criminali”.
I nuovi Piani generali del territorio, e le nuove costruzioni ad essi collegati, potrebbero fare gola alla criminalità organizzata. “L’attenzione deve essere massima, i rischi ci sono come ha sottolineato recentemente anche il Procuratore generale Guido Papalia”.

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