Coronavirus a Brescia, altre 10 vittime. Nuova polemica vaccini in Lombardia

In risposta al consigliere Pd Girelli, l'assessore Moratti dice che "servono certezze, perché la macchina è pronta".

(red.) Dal bollettino quotidiano diffuso anche ieri, lunedì 8 febbraio, dalla Regione Lombardia sul fronte del contagio da Covid-19 in questi primi giorni del mese ha mostrato ancora come la nostra provincia di Brescia sia al secondo posto dopo quella di Milano per numero di nuovi casi positivi al contagio. E purtroppo l’Ats di Brescia e della Valcamonica ieri – la domenica i dati non vengono diffusi – hanno segnalato anche altri dieci decessi. Si tratta di due vittime, con o per Covid, residenti a Brescia e altre tra Castelmella, Castrezzato, Palazzolo, Pralboino, Rezzato, Moniga del Garda, Puegnago e in Valcamonica.

Nel frattempo sul fronte della campagna vaccinale tornano a riaccendersi i toni della polemica, innescata dal consigliere regionale del Pd Gianantonio Girelli che ha criticato l’assenza di un piano mentre in diverse altre regioni italiane già si sta procedendo con gli over 80. “Arcuri ha previsto l’arrivo in Lombardia di personale sanitario, ma a oggi non si è visto nessuno” così ha replicato l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti. “La Lombardia è pronta – aggiunge – ma urge personale e la certezza di avere a disposizione vaccini sufficienti per avviare le somministrazioni. Tutto è pronto per organizzare la fase 2, sia coi canali tradizionali, che con quelli ad hoc di somministrazione massiva, ma è necessario che il commissario Domenico Arcuri assicuri certezze su due fronti ben precisi per i quali si è impegnato. Innanzitutto, l’invio promesso di un apporto di risorse umane aggiuntive.

Arcuri ha previsto l’arrivo in Lombardia di personale sanitario a supporto, medici ed infermieri, ma ad oggi nessuno si è visto. Per febbraio si attendono 123 unità, fino a un massimo nei mesi estivi di 2.544 addetti al mese per giugno, luglio ed agosto. Non è possibile fare affidamento su numeri totalmente aleatori. È già stata richiesta più volte la pianificazione relativa alla gradualità degli arrivi del personale, ma non abbiamo mai ricevuto risposta. Inoltre, è assolutamente fondamentale assicurare l’arrivo dei vaccini.

L’incertezza dell’approvvigionamento programmato delle dosi costituisce per la Lombardia un grave ostacolo all’organizzazione di una macchina che non può permettersi rallentamenti. Men che meno stop improvvisi in una fase delicatissima come quella della vaccinazione di massa. Necessitiamo non solo di rassicurazioni, ma di certezze concrete”. Ma nel frattempo dallo stesso Domenico Arcuri si fa sapere che il personale in programma in Lombardia sarà formato da 229 tra medici, infermieri e operatori e di questi sono 43 quelli che arriveranno nel bresciano.

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