Lombardia in bilico tra arancione e giallo, Confcommercio attacca

L'errore che ha portato in zona rossa pesa. Commercianti: il mancato giallo per motivi tecnici sarebbe una beffa.

(red.) Nel tardo pomeriggio di oggi, venerdì 29 gennaio, quasi metà delle regioni italiane potrebbero ricevere la notizia del passaggio dalla zona arancione a quella gialla, cioé quella con le misure meno restrittive sul fronte del contagio. Oggi, infatti, come ogni venerdì, la cabina di regia formata dal Ministero della Salute, dal Comitato tecnico scientifico e dall’Istituto Superiore di Sanità si riunirà per valutare i dati e soprattutto l’indice di contagio Rt. La regione che, invece, al momento rischia solo di guardare a quanto accade intorno è la Lombardia. Dal Pirellone e dai dati che si diffondono sta emergendo che i numeri sarebbero da zona gialla, tuttavia l’errore che ha portato alla zona rossa e poi a quella arancione – attuale – rischia di far restare la Lombardia ancora in arancione per un’altra settimana.

Questo perché, come ormai consuetudine, le ordinanze prevedono di restare in una determinata fascia per almeno due settimane prima, eventualmente, di approdare a quella con meno restrizioni. Dal punto di vista tecnico, quindi, la nostra regione dovrebbe restare arancione fino al 7 febbraio, come prevede l’ultima ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. Ma dal Pirellone sono pronti a fare pressing per spingere la Lombardia verso la zona gialla già da domenica 31 gennaio. Su questo fronte il governatore Attilio Fontana potrebbe chiedere una deroga considerando che la settimana dal 17 al 23 gennaio la regione è stata in zona rossa, quella con le maggiori restrizioni possibili, simili a un lockdown.

E a propendere per la Lombardia in zona gialla ci sono i dati del contagio in miglioramento, con una bassa incidenza settimanale dei nuovi casi (124 ogni 100 mila abitanti) nella settimana dall’11 al 17 gennaio e la pressione sugli ospedali che è calata. Ma dalla stessa regione ritengono che sia molto difficile convincere di uscire dalla zona arancione già dopo una settimana. E in questo frangente è arrivato l’attacco della Confcommercio Lombardia per il fatto che in zona arancione i bar e ristoranti non possono lavorare, se non d’asporto o a domicilio.

“La possibilità che la Lombardia resti in zona arancione ancora una settimana ci sembra francamente una beffa. Il ritorno in zona gialla dovrebbe avvenire il prima possibile, se i numeri lo consentono – si legge in una nota – e questo potrebbe non verificarsi per una questione puramente formale: non sarebbero cioè trascorse le canoniche due settimane dall’ultimo cambio di colore. Ricordiamo, però, che la Lombardia ha subito una chiusura del tutto ingiustificata dal 17 al 23 gennaio. Scoperto l’errore, si è potuto procedere ad un cambiamento di colore già dopo sette giorni. Alla luce dei danni subiti dalle attività economiche lombarde auspichiamo, perciò, l’adozione degli stessi criteri di flessibilità e ragionevolezza, in modo da non perseverare in un errore dalle conseguenze gravissime per le imprese”.

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