Critiche anche a Brescia dopo l’intervento di Renzi. “Abbiate rispetto dei morti”

"Se i morti di Brescia e Bergamo potessero parlare, direbbero di riaprire" aveva detto il senatore di Italia Viva.

(red.) Una parte dell’intervento del senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva, nel corso dell’informativa urgente dedicata al coronavirus da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte l’altro giorno, giovedì 30 aprile, ha provocato un’ondata di polemiche e critiche da parte delle province di Brescia e Bergamo. “Il coronavirus è una bestia terribile che ha fatto 30 mila morti nel modo più vigliacco, ma noi non siamo dalla parte del coronavirus quando diciamo di riaprire, onoriamo quei morti.

La gente di Bergamo e Brescia che non c’è più, se potesse parlare ci direbbe di riaprire” aveva detto il senatore riferendosi alla possibilità di riaprire più attività e nel più breve tempo possibile dopo il lockdown. Ma proprio dai due territori tra i più colpiti dal Covid-19, a partire dai rappresentanti politici, si sono levate critiche e contestazioni.

E a queste ieri, venerdì primo maggio, a margine della celebrazione della festa dei lavoratori da parte dei tre sindacati in una piazza Loggia deserta a Brescia, si è aggiunta la posizione della Cgil. “Abbiate rispetto dei morti – ha detto il segretario locale della Cgil di Brescia Francesco Bertoli – dico alla politica di lasciar stare i morti di Brescia e Bergamo”.

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