Coronavirus, premier Conte di notte a Brescia. Centrodestra attacca

Il senatore di FdI e sindaco di Orzinuovi Maffoni e la consigliera regionale Beccalossi criticano la toccata e fuga.

(red.) Non è mancato il coro di critiche e polemiche da parte del centro destra, soprattutto bresciano, nel momento in cui solo nel tardo pomeriggio di ieri, lunedì 27 aprile, si è avuta notizia che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrebbe raggiunto la Lombardia, regione più colpita (tra contagiati e deceduti) dal coronavirus. Dalla Lega a Fratelli d’Italia si sono detti critici, contestando anche il poco tempo messo a disposizione dal premier nella sua visita. E molti hanno storto il naso di fronte al fatto che il premier abbia raggiunto la provincia bresciana, una delle più colpite con Bergamo in rapporto alla popolazione, in piena notte.

Alcune critiche, riportate dal Giornale di Brescia, arrivano dal senatore di Fratelli d’Italia e sindaco di Orzinuovi Gianpietro Maffoni sottolineando come Conte sia giunto in Lombardia (a Brescia di notte) dopo 13 mila vittime e la metà dei casi di contagio di tutta Italia. E si aggiunge anche la posizione della consigliera regionale lombarda Viviana Beccalossi, del gruppo Misto.

“Il suo arrivo in Lombardia è fuori tempo massimo, dato che sono passati ben 64 giorni dal primo contagio e nel frattempo nella mia provincia sono morte quasi 2.400 persone, così come più di 13 mila in Lombardia – dice la consigliera – a distanza di due mesi le passerelle non sono solo inutili, ma quasi offensive. Caro presidente avrebbe dovuto salire su un aereo e venire in Lombardia a manifestare la vicinanza del Governo molto, ma molto tempo fa. Nel frattempo, i miei concittadini si sono rimboccati le maniche, come sono soliti fare, cercando di uscire da soli da questa tragedia”.

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