Coronavirus e polemiche, Rolfi: “Inchiesta su operato Brescia”

27 sindaci leghisti bresciani avevano criticato Del Bono anche per aver concesso la fiera di San Faustino.

(red.) L’emergenza sanitaria che si sta ancora vivendo, soprattutto in Lombardia, sul fronte del coronavirus non ha mancato di indurre polemiche e attacchi a livello politico. Una di queste riguarda la dichiarazione del capo politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi per chiedere la possibilità di commissariare la Regione al termine dell’emergenza. E con tanto di replica da parte del governatore Attilio Fontana. Ma il bacino degli attacchi ha coinvolto anche il territorio bresciano, tanto che 27 sindaci leghisti avevano contestato con una nota il sindaco del capoluogo Emilio Del Bono sulle sue critiche rivolte al Pirellone.

“Siamo preoccupati per il sindaco Del Bono e per le sue affermazioni deliranti. Il primo cittadino si scaglia contro la Regione Lombardia dicendo di aver lasciato il territorio bresciano a gestire da solo l’emergenza, quando invece dovrebbe prendersela con i suoi colleghi di partito che sono al Governo – si leggeva nella nota dei primi cittadini in quota Lega.- Chi ha raddoppiato i posti in terapia intensiva in Lombardia? Chi ha avviato la produzione di mascherine chirurgiche? E ancora: chi ha istituito un fondo di garanzia per agevolare l’anticipazione di cassa a tutti i lavoratori per non farli rimanere senza soldi? Il Governo o la Regione Lombardia?

È inaccettabile che Del Bono attacchi la Regione quando sa benissimo che noi lombardi abbiamo dovuto rimboccarci le maniche per sopperire alla totale assenza del Governo. Se non fosse stato per la Giunta Fontana oggi non avremmo neppure risorse per le famiglie per i mutui sulla prima casa, per lo smart working, strumento indispensabile oggi per moltissime aziende, e per le forze di Polizia locale che ovviamente oggi sono ancora più fondamentali per controllare il territorio. Vorremmo, inoltre, ricordare a Del Bono che la Lombardia – continuava la nota – ha raddoppiato il numero dei tamponi, eseguendone più di chiunque altro e che sta attivando una campagna di test sierologici a tappeto.

Regione Lombardia come al solito si è arrangiata da sola. Se Del Bono vuole prendersela con qualcuno chiami i suoi amici a Roma e li solleciti a stanziare soldi, non briciole, per i Comuni, completamente abbandonati a loro stessi nella gestione di questa grave emergenza. Infine, ringraziamo Del Bono per non aver rinunciato agli introiti della fiera di San Faustino, quando il governatore della Regione Lombardia aveva chiesto di chiudere tutto. Quando si dice ‘predicare bene e razzolare male’. A tal proposito auspichiamo che la magistratura apra al più presto un’inchiesta per far luce su questa vicenda”.

A questo il sindaco di Brescia ha voluto replicare con la mappa dei casi di contagio che a San Faustino non riguardavano Brescia, ma ora è l’assessore lombardo Fabio Rolfi a tornare all’attacco. “C’è stata una palese sottovalutazione dei rischi per ragioni propagandistiche da parte dei sindaci di Brescia, Bergamo e Milano. A Brescia fino al weekend dell’8marzo abbiamo avuto i musei gratuiti aperti sull’onda del #Brescianonsiferma, piazze, pub e ristoranti pieni senza nessun distanziamento e senza controlli: eppure un decreto era già in vigore. Si è volutamente ignorato il richiamo alla prudenza: la commissione di inchiesta regionale deve essere estesa anche all’operato di questi sindaci“.

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