San Paolo, finti manifesti funebri a favore migranti

Ieri mattina diversi residenti hanno notato le pubblicazioni riportanti nomi inventati, ma cognomi tipici del paese. Fatti subito rimuovere dal Comune.

Più informazioni su

(red.) Nel Comune bresciano di San Paolo, nella bassa, è scoppiata una polemica nel momento in cui ieri mattina, lunedì 4 febbraio, i residenti hanno notato una cinquantina di manifesti funebri affissi sulle bacheche nei punti più centrali del paese come davanti alla scuola e alla chiesa e a due passi dal mercato rionale settimanale. Il raid, di cui dà notizia il Giornale di Brescia, è andato in scena nella notte tra domenica 3 e lunedì 4 quando qualche cittadino ha sfruttato il momento del buio per entrare in azione. E nelle ore successive, aldilà del gesto, si è capito che si trattava di una provocazione. In effetti, su ogni manifesto erano stati pubblicati dei nomi inventati, ma riportanti i cognomi tipici del paese della bassa bresciana.

E a rendere ancora più macabro quanto accaduto il fatto che gli avvisi funebri si riferissero a persone giovani. Nel momento in cui gli stessi cittadini hanno letto cosa riportavano i manifesti, hanno compreso che facevano parte di una campagna illecita, ma tesa a moralizzare sulla questione dell’immigrazione. Infatti, tra le varie voci si parlava di “sono nato straniero, ma nessuno mi ha accudito”, oppure “nessuno ne dà il triste annuncio” o ancora “il funerale sarà celebrato nel mare Mediterraneo”. Un’azione che ha provocato lo sdegno di diversi residenti, ma anche la volontà di aprire un dibattito su quanto accade nelle rotte della migrazione dell’Africa, con decine di richiedenti asilo in fuga e che spesso perdono la vita in mare.

Di certo questo blitz ha attirato l’attenzione, ma fatto infuriare il Comune che già nella giornata di ieri, lunedì, ha fatto rimuovere i manifesti dai dipendenti municipali. Sconcertata anche il sindaco Giancarla Zernini che ha parlato di una sciocchezza e del fatto che questo non sia un modo per affrontare il dibattito. L’episodio è stato denunciato alle forze dell’ordine che cercheranno di risalire agli autori.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.