Esame per avvocati, in bagno con porte aperte

Contestata decisione di concedere ai candidati di andare alle toilette, ma gli uomini parlano di "privacy violata". E il presidente di commissione giustifica.

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(red.) Nei giorni precedenti al Natale il Centro Fiera di Brescia ha ospitato l’esame di Stato per diventare avvocato. Nulla di strano, se non il fatto che i candidati andati in bagno durante la prova hanno dovuto tenere aperta la porta della toilette e controllati dai commissari. Di questo ne scrive il Giornale di Brescia. Centinaia di aspiranti avvocati si sono mossi al loro posto per affrontare le materie dottrinali con cui ambire alla professione, tenendo comunque conto che nelle prime due ore non ci si può recare ai bagni.

E quando è scattato il via libera per chi avesse avuto bisogno di andare alla toilette, gli uomini lo hanno dovuto fare lasciando aperta la porta. Più fortunate, invece, le donne che hanno potuto recarsi ai wc con la dovuta intimità. A segnalare questa situazione è stato uno dei candidati che ha preferito restare anonimo nel raccontare la vicenda al quotidiano bresciano. E il presidente della commissione d’esame ha confermato quanto è emerso dal punto di vista dei controlli.

A livello generale gli aspiranti legali hanno criticato la decisione, parlando di privacy violata e di una situazione umiliante. Ma chi ha guidato la seduta d’esame ha voluto giustificare questa presa di posizione. In particolare, il fatto che nel 2015 erano state annullate 70 prove perché copiate da tablet, probabilmente nascosti nei bagni. In più, gli addetti alle pulizie poco prima dell’ultima seduta hanno trovato diversi biglietti nascosti nei porta salviette delle toilette e ricchi di suggerimenti e soluzioni alle risposte. “Garanzia di serietà e tutela per chi ha svolto le prove” ha giustificato il presidente della commissione a proposito della contestata scelta.

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