Migranti ex Serini, 500 alla protesta

Dirigenti e sindaci del centro destra domenica sono stati a Montichiari contro la destinazione della vecchia caserma. "A rischio rilancio dell'aeroporto".

Presidio ex Serini(red.) Montichiari, nel bresciano, domenica 22 maggio ha ospitato l’annunciato presidio di protesta del centro destra contro la politica dell’immigrazione adottata dal Governo Renzi e la destinazione dell’ex caserma Serini per 150 migranti in estate. Il movimento, formato da circa 500 persone tra simpatizzanti e dirigenti di Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e vari sindaci dei paesi confinanti, è partito dall’aeroporto “Gabriele D’Annunzio”. Poi si è diretto all’ex stabilimento militare ormai dismesso. Due momenti collegati tra di loro e che hanno fatto spiegare ai vertici locali dei partiti la ragione di quella sonora protesta. Da una parte, secondo i contestatori, la presenza dei richiedenti asilo provocherebbe effetti negativi sul rilancio e le prospettive dello scalo. Dall’altra renderebbe Montichiari il paese con il più alto numero di migranti in provincia di Brescia, anche se stanziati e organizzati nella vecchia caserma.
I sindaci di centro destra dei paesi confinanti criticano l’operazione che non va più nella direzione della micro accoglienza, ma nell’allestimento di un hub dove portare gli stranieri in vista del riconoscimento dello status di profugo. Molti contestano anche il fatto che, secondo i dati ufficiali, la maggior parte dei richiedenti asilo arrivati in Lombardia non avrebbe diritto alla permanenza perché non provengono da luoghi di guerre o violenze. Tra gli stessi amministratori pubblici, la preoccupazione riguarda tre elementi. Da una parte il lato urbanistico della zona con il rilancio dell’aeroporto che potrebbero essere pregiudicati dalla presenza dei migranti nell’ex caserma. Poi la questione sicurezza e infine il rischio, paventato dagli interessati, che l’immagine del lago di Garda, non distante dalla zona, venga svilita.

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