Editoria scolastica, «stop a promozioni illegali»

Lo chiede, in una lettera inviata ai Comuni bresciani, Confesercenti, che stigmatizza la concorrenza sleale messa in atto dalla Gdo nella vendita dei testi scolastici.

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(red.) Confesercenti della Lombardia Orientale, facendo propria la posizione del Sindacato Italiano Librai e Cartolibrai (SIL), ha inviato a firma del proprio presidente, Pier Giorgio Piccioli, una lettera a sindaco, assessore alle Attività produttive e comandante della polizia municipale di tutti i Comuni della provincia di Brescia con la richiesta di ripristino della legalità contro l’allarmante e illegittima diffusione di promozioni della Grande Distribuzione nel settore dell’editoria scolastica.
L’associazione di via Salgari ritiene che tali promozioni «siano illegittime in quanto in aperta violazione della Legge Levi, recante la Nuova disciplina del prezzo dei libri, che fissa lo sconto massimo consentito nei confronti del consumatore sul prezzo di copertina di un libro al 15%».
«Per mezzo dei cosiddetti buoni spesa, invece», spiega l’associazione di categoria «svariate catene della Grande Distribuzione propongono uno sconto ben superiore al 15% che, anziché prodursi immediatamente sull’acquisto del prodotto librario, dispiega i suoi effetti su un eventuale acquisto successivamente effettuato in altre categorie merceologiche, dove, in presenza di margini di ricavo più generosi, l’operazione recupera una valenza commerciale».
Per Confesercenti, «in un contesto già difficile e ulteriormente aggravato dalla perdurante crisi economica, la Legge Levi, unica – benché esigua – norma a difesa della libreria indipendente in Italia (in quanto costituisce garanzia di una minima sostenibilità economica delle librerie e cartolibrerie indipendenti, che non potrebbero altrimenti reggere la concorrenza della Grande Distribuzione e delle varie Catene librarie, spesso controllate dai Grandi Gruppi Editoriali) viene oggi palesemente scavalcata nell’ambito dell’editoria scolastica, dove peraltro librai e cartolibrai hanno i minori margini di guadagno».
L’Associazione, che già si è attivata con una serie di esposti indirizzati ai Comuni nonché all’Autorità per la Concorrenza, segnala a tutte le Amministrazioni comunali «la drammatica diffusione di queste pratiche, dal momento che, ai sensi del comma IX, art.2 della Legge Levi, spetta proprio ai Comuni il dovere di vigilare sul rispetto di quest’ultima, accertando le infrazioni e irrogando le dovute sanzioni».
«Chiediamo pertanto alla SV Ill.ma» si legge nella missiva «di accogliere la nostra richiesta, ordinando l’immediata interruzione delle campagne promozionali descritte al fine di ripristinare la legalità e consentire a librai e cartolibrari di continuare a svolgere la loro attività senza doversi ridurre a integrare le manchevolezze che irrimediabilmente lascerà la Grande Distribuzione. Consentire alle Grandi Catene commerciali di seguitare indisturbate la loro illegittima campagna commerciale, creerebbe un gravissimo pregiudizio a molte attività che rischieranno la definitiva chiusura, indebolendo ulteriormente la struttura del commercio di vicinato che resta essenziale per la vitalità degli storici nuclei urbani e per la vocazione turistica del nostro Paese».

 

 

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