Legambiente e i “misteri” del lago d’Iseo

Dario Balotta, responsabile dell'associazione ambientalista per il basso Sebino, traccia un bilancio sulla vicenda della macchia rossa.

Più informazioni su

(red.) “E’ davvero strano che una macchia rossa di enormi dimensioni (3Km di lunghezza e duecento metri di larghezza) come quella apparsa domenica 14 aprile dovesse essere denunciata alle autorità“.
Dario Balotta, presidente Legambiente basso Sebino, traccia un bilancio sulla vicenda della macchia rossa nel lago d’Iseo. “Da quanti battelli in navigazione del Consorzio sarà stata attraversata? Asl, polizie provinciali di Bergamo e Brescia, Autorità di Bacino del lago, Arpa, Regione Lombardia, comuni rivieraschi e comunità montane nessuno ha visto niente. La prima domanda: chi fa la vigilanza e la prevenzione sui fenomeni di inquinamento sul lago? L’ultima cosa che pensavamo di fare era quella di denunciare un simile enorme fenomeno visibilissimo a tutti. Siamo stati abituati in questi anni a denunciare di fenomeni minori come quello di piccoli torrenti usati come fogna, durante i temporali, da stalle bisognose di far sparire i liquami delle bestie allevate. Preso atto che martedi nessuno aveva visto niente abbiamo fatto girare ai giornali la foto di domenica scorsa fatta da un escursionista di Legambiente”.
Prima conclusione: troppi enti scoordinati tra loro. “L’allarme è poi scattato. Ma dove è arrivata e da che cosa era composta la maxi chiazza inquinante? Per il Comune di Pisogne poteva essere “tutto o niente”. L’origine sembra essere un mistero. Ma un mistero lo può essere solo dove funziona poco o niente e dove i laghi sono trasformati in pattumiere. Eppure la chiazza non è piovuta dal cielo, usciva dal canale industriale vicino allo sfioratore di Pisogne. Tutti sanno che le tracce restano di simili fenomeni, ma i primi campionamenti son stati fatti solo in superficie, mentre vanno fatti soprattutto in profondità. Tutti hanno detto la loro e, quasi, a loro esclusiva difesa, organi sanitari, comuni, regione e Autorità di bacino. Il lago è malato questi carichi inquinanti industriali o civili che siano, non li può più sopportare. Noi puntiamo il dito anche sulla carenza degli impianti di trattamento delle acque e sulla loro gestione inefficiente. Se l’Italia non fosse nelle condizioni in cui è questo sarebbe una valutazione azzardata ma la realtà ci induce ad essere molto critici”.
Balotta spiega di aver appreso che la gestione degli impianti e le modalità di affidamento dei lavori a cura dell’Autorità di bacino del lago d’Iseo (ex Consorzio) non si fanno tramite le gare. “Si è autorizzata la costituzione e l’affidamento di attività eservizi inerenti la gestione delle manutenzioni ad una società a responsabilità limitata interamente partecipata dalConsorzio, ora Autorità di bacino. Si tratta di un meccanismo di spesa, l’affidamento in” house” degli appalti, inefficiente e che produce alti costi per la pubblica amministrazione proprio perché non si fanno le gare di volta in volta per la realizzazione degli interventi di manutenzione o di potenziamento del demanio portuale. Non solo, ciò non fa crescere altre imprese del settore che in assenza di competizione sono escluse dagli appalti. Questa prassi è in contrasto con la logica del decreto sulle liberalizzazioni e con la normativa europea. Adesso chiediamo che i Comuni rivieraschi del lago si assumano l’incarico di riesaminare competenze e funzioni degli enti. Sopprimendo quello più inutile di tutti. Insomma la tutela dell’ambiente non è solo una sensibilità da dimostrare ma un nuovo modo risparmi oso ed efficiente di spendere i soldi (pochi) pubblici”.
Per Legambiente, Iseo non può essere il quarto lago italiano ma senza controllo delle forze di polizia. “Il contrasto alla criminalità ambientale e non deve essere evidente e concreto e non un palliativo come quello degli anni scorsi. L’apertura di un fascicolo della Procura della Repubblica di Brescia dimostra la gravità della situazione se mai ce ne fosse ancora bisogno”.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.