Caso Rizzi, i “nominati” al contrattacco

Dopo lo sfogo dell'ex assessore regionale che ha fatto i nomi dei presunti artefici del "killeraggio politico" a suo danno, la replica di Marco Marsili e di Leonardo Piccini.

(red.) Alle accuse di Monica Rizzi, che li aveva nominati come i responsabili della trama ordita alle sua spalle per delegittimarla politicamente con la vicenda del presunto dossieraggio interno alla lega Nord, preferiscono tacere. Per il momento.
Stefania Zambelli, vicesindaco di Salò e Mauro Borelli, ex dirigente dell’Asl a Desenzano tirati in ballo dall’ex assessore allo Sport in regione, come i mandanti del killeraggio politico a suo danno,  definiti dalla fedelissima di Umberto Bossi come “un’associazione a delinquere per uccidere la mia carriera politica”, non parlano, forse in attesa di rivalersi attraverso vie legali.
Se i due esponenti leghisti bresciani preferiscono la strada del silenzio, non tacciono invece l’ex addetto stampa della Rizzi, Marco Marsili, definito dall’ex assessore al Pirellone “il mago della contraffazione”, e il giornalista free-lance Leonardo Piccini, autori di un esposto sul presunto dossieraggio (vicenda poi archiviata dalla procura di Brescia) per favorire l’ascesa di Renzo Bossi alle scorse Regionali.
Per Leonardo Piccini il lavoro da lui svolto, come riferisce Il Corriere della Sera, è quello di avere “raccolto, verificato e pubblicato informazioni”. “Ho solo raccolto”, ha spiegato il giornalista al quotidiano di via Solferino, “il materiale elettorale prodotto dalla stessa Rizzi in cui comparivano una laurea in psicologia e una specializzazione in Svizzera e ho verificato all’albo. Non trovando corrispondenza ho chiesto spiegazioni all’Ordine che si è mosso di conseguenza”.
nessun complotto secondo Piccini, solo pubblicazione di “notizie vere”.
Secondo l’ex addetto stampa Marco Marsili, “Sul caso del curriculum che Monica Rizzi mi accusa di aver falsificato cinque anni prima di conoscerla sono stato sentito in procura semplicemente come persona informata sui fatti, tutto qua”. L’esposto sul presunto dossier aggio si spiega invece  “per chiedere se queste presunte indagini illecite riguardassero anche me, visto che mi erano giunte voci in merito, nulla di più. E senza mai accusare nessuno. Tantomeno marescialli della Guardia di Finanza o politici leghisti bresciani che nemmeno conosco: io queste persone, Zambelli e Borelli, non le ho mai viste, non so che faccia abbiano. Mi risulta difficile ipotizzare la teoria del complotto…”, ha spiegato Marsili.

 

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