L’ira della Rizzi: “Ecco chi mi ha danneggiato”

L'ex assessore regionale, dopo l'archiviazione delle inchieste a suo carico, si sfoga con la stampa e annuncia provvedimenti contro chi ha operato per destituirla.

(red.) Dopo l’archiviazione delle due inchieste della Procura di Brescia a suo carico, quella per la presunta finta laurea in psicologia e il dossieraggio interno alla Lega Nord per favorire l’ascesa di Renzo Bossi, Monic Rizzi si prende il suo spazio e, davanti ai giornalisti, sfoga la rabbia per una situazione di “killer aggio mediatico e politico” che l’ha portata a vivere per quasi due anni (21 mesi, come ha precisato lei stessa) in una situazione di sofferenza che ha coinvolto anche la sua famiglia.
“Un atto dovuto”, secondo l’ex assessore regionale,  a chi, invece, in questi mesi le è stato sempre vicino, sicuro dell’ estraneità ai fatti che le venivano contestati.
Rizzi è un fiume in piena: “Si devono vergognare tutti, i responsabili, perché certe infamie non le merita nessuno….”, ha affermato in una conferenza stampa ad hoc.
Ed ora contro questi ignoti personaggi che avrebbero ordito le trame per farla destituire per opportunità politica” dal suo incarico al Pirellone  e che l’avrebbero screditata con la storia del falso titolo di studio inserito in un curriculum per una consulenza in Provincia di Brescia, pagheranno per le proprie responsabilità.
I nomi rizzi li ha fatti, ma, come la stessa battagliera camuna ha spiegato, “sarà la magistratura ad approfondire” e, ha lasciato intendere, a portare alla luce tutto quello che c’è sotto.
In primis vine puntato il dito contro Leonardo Piccini che aveva denunciato il famigerato curriculum vitae al presidente regionale dell’ordine degli psicologi, Mauro Grimoldi. Rizzi è decisa a denunciare anche quest’ultimo, perché, in coppia, avrebbero formato, secondo l’esponente leghista “un’associazione a delinquere tesa alla mia distruzione studiata a tavolino”.
Per la vicenda del dossieraggio, Rizzi reputa responsabile Marco Marsili, il suo ex addetto stampa in Regione, definito “il mago della contraffazione”, ma anche Stefania Zambelli, vicesindaco di Salò, e Mario Borelli, ex direttore Asl di Desenzano, ed il consigliere del Carroccio Enio Moretti” che avrebbero pianificato, secondo la Rizzi il progetto per destituirla.
Quanto alla vicenda dei “rimborsi facili” al Pirellone (in cui il suo nome compare con quello di altri leghisti bresciani e di Bossi Jr.), L’avvocato Diddi ha precisato che “la mia assistita si è sottoposta a interrogatorio ed è riuscita a motivare puntualmente la pressoché totalità delle contestazioni, da magliette a pranzi e cene”.
A carico di Monica Rizzi rimane ora un procedimento per diffamazione, “di cui però”, ha precisato il legale, “è stata richiesta l’archiviazione”.
Questo per quanto riguarda i fatti del recente passato, sui quale l’ex assessore chiede di fare chiarezza, per quanto concerne invece la contingenza politica Rizzi ha dichiarato di stare con Bossi e di non essere interessata alle prossime elezioni.
Di una cosa è certa, però: “Mai più con il mafioso di Arcore”, annunciando sibillina: “La mia tessera scade a giugno”.

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