Montichiari, Zanola: “La Gedit va fermata”

Dopo la segnalazione di malori nei bambini delle elementari per i cattivi odori provenienti dalla discarica, il sindaco è deciso a chiedere lo stop dell'attività nell'impianto.

(red.) Non c’è pace a Montichiari. Dopo le polemiche (non ancora sopite) sul “caso Green Hill”, l’allevamento di cani beagle destinato alla vivisezione, contro cui proseguono le manifestazioni di protesta degli animalisti, che hanno indetto per sabato 14 gennaio una fiaccolata contro l’azienda, torna anche alla ribalta quello del presunto inquinamento prodotto dalla discarica Gedit, impianto del gruppo Gedit-Gabana aperta da quasi due anni a Vighizzolo, frazione del paese monteclarense.
Una querelle, quella tra l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Elena Zanola e la Gedit che va avanti da parecchio tempo e che è tornata in auge a causa dei cattivi odori percepiti proprio in questi giorni nella zona e che avrebbero causato, nei bambini che frequentano la scuola elementare, malesseri come nausea e bruciori agli occhi.
A seguito di questo episodio, il comune sarebbe intenzionato a fermare l’attività della discarica che era stata sospesa temporaneamente, nei mesi scorsi, perché posta sotto sequestro giudiziario e poi ripresa quando la Procura della Repubblica di Brescia aveva concesso alla Gedit l‘autorizzazione all’esercizio provvisorio dell’attività.
Non solo, il Corriere del mezzogiorno, aveva pubblicato una notizia secondo cui, alla Gedit di Montichiari, potrebbero essere arrivati i fanghi prodotti dai depuratori di Orta di Atella, Marcianise, Cuma, Napoli Nord e Foce Regi Lagni, in Campania.
Secondo il quotidiano “dall’impianto di Napoli Nord, tra il 16 luglio ed il 15 agosto, sono state spedite 5.055 tonnellate di fanghi in provincia di Brescia, nella discarica gestita dalla Gedit a Montichiari; nelle Marche, presso la Mms Ecologica di Pesaro; in Puglia, alla Italcave di Taranto ed alla Ecolevante di Grottaglie”.
Una storia definita “la macchina dei fanghi” con “le scorie prodotte dagli sgangherati depuratori campani su e giù dall’Italia per lo smaltimento”. Una ipotesi che aveva suscitato il sospetto che ci fosse un nesso tra il sequestro dello stabilimento e la vicenda campana.
Il primo citatdino di Montichairi, dopo la segnalazione dei malori nei bambini, ha provveduto ad avvertire Provincia di Brescia, l’ Arpa e l’Asl concordando una visita in loco alla quale potrebbe seguire, già da questo martedì, un’ordinanza di chiusura della Gedit.

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