Brixia Sviluppo, “chiusura sotto la lente”

Il Partito Democratico sulla scelta della giunta Paroli di fondere la società in Brescia Infrastrutture: "Vicende ancora da chiarire alla città".

(v.p.) “Non ci stiamo a chiudere una vicenda seria con un atto di omertà e ci faremo sentire sia in commissione (10 gennaio), sia in consiglio comunale (23 gennaio)”. Una frase emblematica su un tema, l’incorporazione di Brixia Sviluppo in Brescia Infrastrutture, che certamente scatenerà polemiche tra la maggioranza di centrodestra e l’opposizione di centrosinistra a Palazzo Loggia.
Dopo l’annuncio del sindaco, Adriano Paroli, Emilio Del Bono (Pd) ha espresso tutte le perplessità del suo schieramento sulla questione: “Brixia Sviluppo era nata tre anni fa come strumento di rilancio per il centro storico. Ora è stata chiusa in sordina, dopo gli annunci roboanti degli inizi  e, cosa da noi ampiamente anticipata, senza aver mai fatto nulla per agevolare il commercio del centro storico”.
La società presieduta da Riccardo Franceschi”, ha continuato l’ex deputato della Margherita, “in questi anni ha realizzato quattro operazioni immobiliari. Ha comprato l’ex-Oviesse per 8,7 milioni di euro. Poi ha acquistato la sede della circoscrizione Est a San Polo, per 4,8 milioni di euro. In seguito ci sono stati i terreni a Guidizzolo per 140mila euro e l’immobile di via San Faustino (leggi qui) per il distaccamento dei vigili a 1,7 milioni di euro. Il capitale investito è stato di 15,34 milioni di euro su un capitale appostato di 13,5 milioni. In cassa ci sono 4 milioni di euro ma anche mutui per 8,5 milioni che dovrà pagare Brescia Infrastrutture. La società ci rifila debiti e non liquidità”.
La gestione patrimoniale dunque non convince i Democratici: “Possiamo definire la società come la Waterloo di Rolfi e Paroli. Esclusa la sede di Buonissimo, dove la società ha agito su mandato del consiglio comunale, le altre operazioni sono state realizzate per i settori di competenza del vicesindaco Fabio Rolfi, che di fatto ha avuto un doppio bilancio da spendere, senza che i consiglieri potessero esprimersi. Ora mi chiedo cosa se ne farà Brescia Infrastrutture, che dovrà gestire la metropolitana, di un terreno agricolo nel Mantovano dato che i sinti non ci sono più andati (leggi qui)”.
Secondo Del Bono il comune avrebbe dovuto comprare gli immobili per conto proprio, senza costituire una società per azioni che ogni anno spendeva una cifra vicina ai 130mila euro per la gestione ordinaria: “Ora la Loggia, che ha investito 13,5 milioni, deve anche pagare l’affitto per la circoscrizione Est o per il distaccamento dei vigili, distante dalla caserma di via Donegani cinque minuti di auto. La cifra è di circa 500mila euro all’anno. Il comune, al limite, poteva anche utilizzare il denaro per restaurare palazzo Avogadro e destinarlo alla polizia locale. E ci venga detto perchè vengono acquisiti edifici se poi si pensa alla dismissione di parte del patrimonio immobiliare dei bresciani, come il mercato dei grani”.
Il Partito Democratico ha quindi annunciato che sta realizzando un piccolo dossier sulla società, “che si aggiunge”, ha concluso Del Bono, “all’inchiesta della magistratura e all’esposto alla corte dei Conti di Cesare Giovanardi, che tra l’altro ha respinto una querela per diffamazione”.
“Nel bilancio di previsione 2012”, ha commentato Fabio Capra, presidente della commissione Bilancio del comune, “Brixia Sviluppo viene indicata come società che aveva tra i suoi compiti anche quello dell’affitto di appartamenti a canone moderato, magari rilevando e sistemando palazzine degradate. Invece operazioni del genere non sono mai state fatte. Speriamo che la giunta decida di tenere i 4 milioni di euro di liquidità per il bilancio comunale, dato che ci saranno dei tagli importanti, e non per Brescia Infrastrutture”. “Di fatto”, ha chiosato Aldo Rebecchi, consigliere comunale, “in tre anni l’azienda comunale ha fatto quattro operazioni non certo sotto costo e ha speso risorse importanti lasciando anche debiti da pagare. Indagheremo sulla vicenda con la dovuta attenzione pretendendo anche che ci vengano chiariti gli elementi mancanti o non presentati”.
“Lo avevamo detto”, ha aggiunto il segretario cittadino Giorgio De Martin, “era una società partita dal porto delle nebbie ed è stata chiusa con un alone di mistero nonostante l’enfasi iniziale dell’amministrazione comunale. Ora studieremo tutta la documentazione andando a vedere anche nelle pieghe di bilancio”.

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