Bonus affitti, “cittadini di Adro non restituitelo”

74 famiglie hanno ricevuto 30mila euro. Ora il comune chiede indietro il denaro ma la Cgil avverte: "Mettetevi in contatto con noi per un'azione legale".

(red.) “Il sindaco di Adro Oscar Lancini ama le ritorsioni e, non contento di utilizzare denaro pubblico per le sue campagne discriminatorie, decide di rivalersi anche sui suoi cittadini chiedendo loro indietro i soldi del bonus affitti”. Nuovo capitolo delle querelle tra la Cgil di Brescia e il primo cittadino del paese franciacortino, passato agli onori della cronaca per la scuola “firmata” Lega Nord.
“Il 23 luglio 2010”, spiega una nota della Camera del Lavoro, il Tribunale di Brescia giudica  discriminatori i criteri di assegnazione (ai soli cittadini italiani e comunitari) del bonus affitti e bebè decisi dal comune di Adro. Il 15 ottobre 2010 il ricorso presentato dal comune contro la prima ordinanza del tribunale viene respinto e pertanto l’amministrazione è costretta, per effetto delle ordinanze del tribunale, a riaprire il bando per l’erogazione del bonus affitto. 39 famiglie, tra cui anche alcune italiane, presentano domanda, aggiungendosi alle 35 che avevano fatto domanda in precedenza e alle quali era già stato assegnato il bonus (per complessivi 30mila euro)”.
Il 25 gennaio 2011 alle 39 famiglie viene recapitata una lettera nella quale si spiega che la loro domanda è stata accolta  ma non riceveranno alcun bonus. “Lancini spiega che il giudice lo ha obbligato a riaprire il bando, ma non a rifinanziarlo.
In seguito il sindaco stabilisce che la cifra dei 30mila euro dovrà valere per tutti, sia per quelli del primo bando che per quelli del bando riaperto in seguito. Il 17 marzo fa approvare una delibera nella quale viene abrogato il regolamento di istituzione dei bonus perchè ‘non corrispondente agli obiettivi programmatici’“.
Il 16 novembre, con una determina il comune di Adro stabilisce che chi aveva ricevuto i bonus affitti dovrà restituirne una parte, in alcuni casi fino a 1.100 euro per famiglia. “L’atteggiamento ritorsivo è evidente, così come la volontà del sindaco di scaricare addosso ad altri le conseguenze (anche economiche) delle proprie campagne ideologiche fallimentari”.
La Cgil invita, inoltre, i cittadini di Adro ai quali verrà recapitata la lettera del comune nella quale si chiede la restituzione del bonus a non restituire la somma, di mettersi in contatto con gli uffici della Camera del Lavoro per definire insieme le eventuali azioni legali da intraprendere nei confronti del comune di Adro e del sindaco Lancini.
“Giovedì mattina, intanto, in tribunale (ore 11,15) si terrà la prima udienza per la denuncia che la Camera del Lavoro di Brescia, la Fondazione Piccini e l’Associazione Studi Giuridici sull’immigrazione nei confronti di Giancarlo Giorgetti e Umberto Bossi, in qualità di rappresentanti della Lega Nord Lombardia e della Lega Nord per l’indipendenza della Padania, per ‘molestie e atti ritorsivi’ nei confronti dell’attivista dello Spi Cgil di Adro Romana Gandossi, degli immigrati e delle stesse associazioni ricorrenti. Denuncia che ha preso spunto da un cartello ingiurioso affisso (e tutt’ora presente) nella sede della Lega Nord di Adro contro l’attivista dello Spi Cgil”.

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