Quadro paragona la Lega al nazismo, è polemica

Ad Art Verona, il belga Jhoan Friso, che abita a Brescia, ha esposto un'opera che associa i comizi di Hitler e Mussolini a quelli del Carroccio.

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(red.) Bossi, Hitler e Mussolini: è un po’ questa la sintesi dell’opera di un artista belga, Jhoan Friso, che ha fatto infuriare i militanti del Carroccio a Verona, città dove il ‘quadro’ è esposto all’interno della fiera dell’arte.
Friso, un 50enne belga trapiantato a Brescia, pare non essere nuovo ai soggetti leghisti, in chiave negativa, e nel suo sito si presenta come ”il ragazzo più cattivo della ‘Generazione Sensation’ ”.
Il pannello che ha destato scalpore all’Art Verona si intitola ”La Storia si ripete”, ed è composto da tre immagini che si susseguono l’una sull’altra. Il soggetto è praticamente lo stesso: si tratta di un raduno in una grande sala dove una folla acclamante guarda verso un palco sopra al quale spiccano nel primo caso l’Alberto da Giussano e il Sole delle Alpi, nel secondo il fascio littorio del fascismo, nel terzo l’aquila nazista, attorniata dalle bandiere con le svastiche.
Nelle intenzioni di Friso, ad unificare le tre adunate c’è anche il gesto del braccio teso nel saluto nazista, comune ai soggetti di tutte le immagini. Come dire: cambia la coreografia, ma l’ideologia alla base è simile. Il quadro non è molto grande, circa un metro e mezzo per 70, ma non è passato inosservato. Soprattutto ai militanti leghisti, Verona è una città in cui il Carroccio ha una grande forza, che hanno storto il naso di fronte a questa chiara provocazione verso il loro movimento, ma anche ai dirigenti del partito, come l’on. Matteo Bragantini, ex segretario cittadino della Lega, che sta pensando a provvedimenti nei confronti dell’artista belga.
”Io apprezzo l’arte”, ha spiegato Bragantini, “anche quando vuole essere provocatoria. Ma questa non è arte, è semplicemente un insulto gratuito”.
Il parlamentare veronese precisa di aver informato la segreteria federale della vicenda, e nei prossimi giorni i vertici del partito valuteranno se intraprendere le vie legali nell’ipotesi della diffamazione.
”Potremmo però anche decidere di ignorarlo del tutto”, prosegue Bragantini, “perchè non vorremmo nemmeno agevolare l”operazione di questo signore che evidentemente cerca solo pubblicità”.
Art Verona, al pari di altre fiere di questo tipo, non è del resto nuova alle provocazioni di autori che cercano di impressionare il pubblico con ”effetti speciali”. Nel 2009 sempre a Verona scoppiò la polemica per una Madonna in stile Raffaello che teneva in grembo un Hitler bambino, opera di Giuseppe Veneziano. Ci fu chi parlò di vilipendio della religione, ma le polemiche finirono non appena un anonimo collezionista acquistò il quadro e lo portò via.

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