Il monumento della discordia

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monumentomillemigliamini.jpgE' quello della Mille Miglia, collocato su una rotatoria di Sant'Eufemia.


monumentomillemiglia.jpg(red.) Continua la polemica attorno al monumento che segnala il museo della Mille Miglia, piazzato qualche giorno fa all’ingresso Est di Brescia sulla rotatoria di Sant’Eufemia.
Rappresenta, stilizzata, un’auto da corsa d’altri tempi e sul cordolo della rotatoria è stata inserita in rilievo la scritta "Mille Miglia" con il logo. Dopo la dura lettera di un paio di mesi fa (leggi qui), in cui sostenevano di non cogliere il legame tra il simbolo di un’automobile e la storia e le tradizioni del quartiere, proponendo di collocare il monumento dove storicamente parte la Mille Miglia, cioè nei giardini di viale Venezia, sono tornate alla carica le sei associazioni attive nel quartiere (Acli, Arci, Azione Cattolica, Agesci Gruppo Brescia 11, Associazione Don Benedini, Circolo culturale La Pira).
Contestano all’assessore ai Lavori pubblici Mario Labolani il fatto di non aver consultato la gente della zona. "L’assessore sostiene che il progetto del monumento è stato condiviso con i residenti", si legge in un documento, "Niente di più falso. Nessuna assemblea è stata convocata".
Anche il Comitato per il millennio del monastero di Sant’Eufemia, espressione della parrocchia, ricordano le associazioni, ha manifestato la sua contrarietà. E nonostante le proteste dei residenti, ecco il monumento.
Il presidente della Circoscrizione Est, il leghista Enio Garzetti replica andando all’attacco delle associazioni e definendo la polemica "strumentale, faziosa e a fine politico". Garzetti si chiede "dove fossero queste associazioni cattoliche e comuniste nel momento in cui si decise di trasformare il monastero nel Museo delle Mille Miglia. Perché non si sono mobilitate allora, per impedire che il monastero venisse adibito a tale utilizzo (scelta che tra l’altro mi avrebbe visto personalmente d’accordo)? Solo dieci anni dopo se ne sono accorte, e per un’auto stilizzata posta all’esterno del complesso storico hanno creato tutta questa mobilitazione. Questa presa di posizione faziosa di oggi mi fa riflettere sulla poca buona fede dei promotori. Forse ne stanno facendo un caso politico perché oggi in Loggia c’è un’amministrazione non amica? Prima, pur di non disturbare il manovratore, tutto andava bene. Persino lo scempio del monastero di cui ci si accorge solo ora".

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