Bonus Bebé, la politica commenta

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palazzologgia.jpgRolfi: "Danneggiate le coppie italiane". De Martin: "Ora la delibera deve cambiare".


(red.) La condanna del tribunale del lavoro contro l'amministrazione comunale riguardo il bonus Bebé (che la Loggia voleva riservare ai soli nati da coppie italiane) fa discutere gli esponenti di centro destra e di centro sinistra.
Il vicesindaco Fabio Rolfi ha segnalato che "i dati dell’ufficio di diffusione dell’informazione statistica parlano chiaro: a Brescia la continua diminuzione del tasso di natalità riguarda in particolar modo le famiglie italiane, mentre non coinvolge le famiglie straniere. Le giovani coppie bresciane che vorrebbero allargare il proprio nucleo familiare spesso desistono per paura di non farcela, vivendo con grande senso di responsabilità le enormi difficoltà causate dall’attuale crisi economica generale".
Secondo l'esponente leghista, "il cosiddetto bonus bebè ideato dalla giunta comunale di Brescia aveva come finalità specifica proprio quella di riuscire ad invertire, o quantomeno arginare, questa tendenza negativa. Alla luce del ricorso che ha presentato, è chiaro che la Cgil non tiene minimamente in conto i dati allarmanti riferiti al crollo della natalità delle nostre famiglie e dimostra, ancora una volta, la volontà di cogliere, in nome di uno sterile garantismo, ogni possibile opportunità per favorire gli stranieri, danneggiando e rendendo ancora più buio il futuro delle giovani coppie italiane che intendono mettere al mondo un figlio".
Anche il gruppo consiliare del Carroccio ha commentato la sentenza: "Nulla di nuovo", si legge in una nota, "la sentenza era già scritta. Il tutto era già prevedibile. Già al momento della presentazione del procedimento mosso da alcuni cittadini stranieri la città sapeva che il bonus, primo procedimento a favore esclusivamente dei cittadini bresciani, avrebbe incontrato difficoltà e ostacoli di ogni sorta. Chi ha sentenziato, ripassi il programma elettorale votato da decine di migliaia di bresciani e vada in mezzo ai cittadini. Quando si tratta di premiare i cittadini bresciani, sentenze a orologeria vengono pronunciate! Ancora una volta il potere giudiziario punisce i lavoratori onesti e silenziosi, cittadini che pagano le tasse, e che fino ad oggi sono stati privati di attenzione. Finalmente avrebbero goduto di un primo segnale di considerazione; invece la sentenza mette a rischio questo primo segnale positivo". 
Per l'assessore al Bilancio del comune di Brescia, Fausto Di Mezza, quella del tribunale "è un’ordinanza contro i cittadini bresciani, e la logica che l'ispira è pericolosamente estensiva della legge. Ci ritroviamo impossibilitati a fare provvedimenti ad hoc per i cittadini bresciani e italiani, a dare un bonus per la natalità italiana. Ma una buona amministrazione deve poter dare risposte diverse a bisogni diversi. Non è accettabile che un Comune non possa fare una cosa in esclusiva per i propri cittadini e il problema della natalità l’hanno i cittadini italiani e non quelli stranieri. Certo, mille euro non sono risolutivi ma sono un segnale importante. Brescia ha dato tanto agli stranieri, riteniamo che possa rispondere anche a un’esigenza dei suoi cittadini". 
Secondo l’assessore ai servizi sociali Giorgio Maione, "l’aberrazione di un ragionamento del tipo 'o per tutti o per nessuno' si rivelerà un boomerang per la Cgil e alla lunga porterà a divisioni e a danni. La Cgil dovrebbe riflettere sugli effetti che avrà sulla società la difesa di un mero egualitarismo. Noi stiamo ipotizzando interventi per minori stranieri non accompagnati, iniziative per l’alfabetizzazione degli stranieri… Se i cittadini italiani e stranieri non otterranno il bonus, dovranno ringraziare la Cgil".
Di diverso avviso, ovviamente, l'opposizione. Il segretario cittadino del Partito democratico Giorgio De Martin ha sostenuto che la sentenza "conferma su quale pericoloso piano inclinato si sia posta l’amministrazione comunale della nostra città. Un piano che, oltre a far emergere scelte discriminatorie, si dimostra pure illegittimo". Secondo De Martin "il nostro interesse resta il bene della città. Chiedo quindi a questa amministrazione una variazione della delibera in modo che il Bonus Bebè venga assegnato a tutti i bambini nati a Brescia. Oggi è stata detta una parola chiara relativamente ad una vicenda sulla quale il Partito democratico si è da tempo espresso in modo inequivocabile e perentorio, seguito da un’ampia rappresentanza dei mondi più vari che compongono la società bresciana". "Oggi, pertanto, con urgenza mi sento di chiedere all’amministrazione comunale il rispetto dell’ordinanza emessa dal tribunale del lavoro che, mediante le sue proprie modalità, ha confermato i molteplici aspetti di contradditorietà e illegittimità già più volte rilevati", ha concluso De Martin.
Anche Laura Castelletti, capogruppo in consiglio comunale per l'omonima lista, ha commentato la condanna, scrivendo in un comunicato che "la sentenza del tribunale del lavoro ci dà ragione. Conferma che avevamo fatto bene, a invitare con forza l’assessore Maione e la giunta, a non procedere nella scelta di erogare un bonus bebè che consideriamo ingeneroso e irriconoscente nei confronti delle tante famiglie straniere che, con serietà e impegno, vivono e operano nella nostra città".
Castelletti ha annunciato che "continueremo a chiedere non solo bonus per ogni bambino nato (contributo utile ma ancora insufficiente) ma un percorso di sostegno vero e concreto alla maternità (asili nido e nidi familiari gratuiti in questo periodo di crisi, estensione del tempo pieno nelle scuole materne, assistenza per le mamme appena dimesse dopo il parto, servizio gratuito di babysitter con un monte ore stabilito a disposizione per le famiglie in difficoltà)”.
"L’avevamo detto più volte che il bonus bebè riservato solo ai neonati di genitori italiani era un atto discriminatorio, ma la maggioranza, sotto il diretto controllo della Lega, non ha ascoltato nessuno", sostiene Francesco Patitucci, dell’Italia dei Valori. "Ora che la sentenza ha dichiarato discriminatoria la scelta del sindaco e della giunta, ammettano l’errore e tornino sui loro passi non lasciandosi condizionare dalla Lega. Se si vuole veramente aiutare le giovani coppie bresciane, il sindaco elimini la retta per il primo anno dai nidi comunali".

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