Caffaro e altre bonifiche, il punto della situazione

Martedì in Loggia si è svolta una riunione della commissione Ambiente. Il delegato ministeriale Moreni ha tracciato il piano degli ultimi aggiornamenti.

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(red.) Martedì 7 marzo palazzo Loggia a Brescia ha ospitato una riunione della commissione Ambiente con il delegato ministeriale Roberto Moreni. E’ stata l’occasione per fare il punto della situazione sulla messa in sicurezza sotto la Caffaro e sulle altre bonifiche in sospeso. Per quanto riguarda proprio il sito di interesse nazionale di via Milano e dintorni, Moreni ha annunciato che venerdì 10 incontrerà Aecom Italy, l’azienda che si è aggiudicata il bando europeo per mettere in sicurezza la falda e il terreno sottostante. Entro agosto dovrà essere pronto il progetto preliminare dei lavori da svolgere, compresa una barriera idraulica con cui sostituire l’attuale pompaggio eseguito dal privato.

Anche se si cercheranno altre alternative, perché scavare 110 mila metri quadrati di terreno sembra essere un’operazione non fattibile. Per la Caffaro dallo Stato sono messi a disposizione 30 milioni di euro che dovranno essere spesi entro il 2019. Su tutto questo c’è anche la questione del futuro dello stabilimento, tanto che il commissario ha annunciato di aver scritto alla Chimica Fedeli che opera all’interno e al liquidatore per capire se sia concreta l’ipotesi, già lanciata in passato, di un trasferimento. Nel caso in cui l’azienda dovesse continuare a operare, Moreni parla di un piano B allo studio con la Regione Lombardia. Oltre alla Caffaro, come detto, ci sono in cantiere altri interventi di bonifica per cui sono stati stanziati circa 21 milioni di euro.

Stanno procedendo le operazioni per mettere mano al parco Passo Gavia e Calvesi, mentre si registrano dei ritardi sul fronte delle rogge (intervento da 4,4 milioni) a causa dell’interruzione del rapporto con Sogesid e delle autorizzazioni. Su questo fronte il commissario Moreni e l’assessore all’Ambiente Gianluigi Fondra, intervenuto in riunione, hanno idee diverse. Il primo vorrebbe mettere dei boschi, mentre il secondo punta sul ritorno all’agricoltura, verificando prima la qualità delle coltivazioni nei terreni inquinati.

Ma su tutto questo, in particolare sui fondi, irrompe il Movimento 5 Stelle. Secondo il partito, i soldi promessi dallo Stato resterebbero, appunto, “solo delle promesse”. Stando al movimento, lo stesso deputato bresciano del Pd Guido Galperti avrebbe sottolineato come la distribuzione dei fondi dovrebbe avvenire prima con un iter e sulla base di progetti, comunque al vaglio della Corte dei Conti e poi in Gazzetta Ufficiale. E, secondo il M5S, non ci sarebbero tracce di progetti che riguardano Brescia.

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