Bilancio 2013, un sì “lacrime e sangue”

Dopo il rimpallo di responsabilità tra maggioranza ed opposizone, è stato approvato il documento previsionale 2013. Stangata fiscale: aumentano Irpef, Imu e Tares.

 

(red.) Dopo il rimpallo di responsabilità tra attuale maggioranza in Loggia e l’opposizione, alla fine, è arrivato l’ok al bilancio di previsione 2013, giunto solo a tre mesi dalla fine dell’anno e che reca con sé una pesante eredità, politica e fiscale.
Se il Pd ha già annunciato che quello del 2014 sarà il vero bilancio della Giunta guidata da Emilio Del Bono, che ha dovuto raccogliere i lasciti della precedente amministrazione (un “buco” da 31 milioni di euro) e varato una manovra “in zona Cesarini” per salvare le casse del Comune di Brescia, dall’altra il risultato è che, per i contribuenti, la leva fiscale ha toccato livelli record.
All’addizionale Irpef introdotta 2 anni fa dalla Giunta Paroli (13 milioni di gettito) si sono aggiunti i 9 milioni di euro di Irpef (allo 0,8%, tariffa massima) e Imu (0,6 per mille anzichè 0,4) varato dalla Giunta Del Bono. Inasprita anche la Tares. Ovunque ci si giri, dunque, c’è un aumento fiscale. Una inevitabile conseguenza, come annunciato tempo fa dal primo cittadino, per fare fronte alle necessità di cassa.
Del resto, che la situazione non sarebbe stata delle più facili si era già capito a fine 2012 quando l’allora sindaco Adriano Paroli (Pdl) aveva chiesto alle opposizioni di sottoscrivere il Bilancio 2013 con un sì bipartisan,  un ok che non arrivò perché la Giunta non eliminò dal Pgt diversi progetti contestati dal centrosinistra quali, ad esempio, la sede unica del Comune, abbattimento della Tintoretto ed il parcheggio sotto il Castello.
Per la Giunta Del Bono, «la mancata approvazione del bilancio entro fine settembre metteva Brescia a forte rischio commissariamento». Puntare sul nodo alienazioni? Non era possibile, come ha spegato fabio capra (Pd) dato che  manca mercato, e nemmeno operare una spending review quando la spesa corrente ‘occupa’ il 90% del bilancio stesso.
Il documento è stato comunque sottoposto ad una ridda di emendamenti, ben 11 quelli proposti (ed approvati, su 19) del Movimento 5 stelle guidato da Laura Gamba, due quelli del Pdl (su 17).

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