Pdl: “A Brescia bilancio a tocchi e bocconi”

L'opposizione di centrodestra critiche le scelte della giunta guidata dal sindaco Emilio Del Bono: "Aumento dell'imposizione tributaria e operazioni straordinarie".

(p.f.) Un bilancio a ‘tocchi’ e bocconi. Così è stato definito dal capogruppo Pdl Mattia Margaroli il bilancio di previsione 2013 di Brescia, del quale si discuterà nel consiglio comunale del 23 settembre. Dodici gli emendamenti che saranno presentati da Pdl e dalla civica Per Brescia.
Solleviamo criticità e problemi, ha spiegato Giorgio Maione, presidente della commissione Bilancio, su una manovra caratterizzata dall’aumento dell’imposizione tributaria e da operazioni straordinarie che l’anno prossimo non avremo, creando un deficit stutturale di più di 11milioni di euro. Altro elemento, è la dipendenza strutturale dai dividendi di A2A: nel 2013, sono previsti 23 milioni, 34 milioni nel 2014, 35,8 nel 2015. Ma se ci viene detto che venderemo parte delle quote di A2A, non ci viene detto perché a fronte di minore partecipazione, i dividendi crescono.
Nel bilancio pluriennale, poi, secondo Maione non c’è traccia della riduzione delle tasse.
Il bilancio per il 2014 e il 2015 non è certo riconducibile a Paroli, eppure non si riducono i tributi e non si opera per una spending review sul costo della macchina amministrativa. Inoltre, si registra una riduzione della spesa per il welfare da 44 a 43 milioni di euro, mentre la spesa per lo sviluppo economico passa da 2,5 a 1,5 milioni.
La rispsosta dell’aministrazione attuale, incalza Maione, è di ridurre i servizi, non diminuire il costo della macchina amministrativa, finanziare i servizi aumentando tasse e incrociando le dita che A2A stacchi i dividendi. Abbiamo colto con interesse proposta di ridurre i costi di Brescia Mobilità, ma si dovrebbe fare di più dello spot elettorale dei tagli ai consigli di amministrazione.
C’è poi tema della vendita delle partecipate, su cui l’opposizione si dice non contraria per convinzioni preconcette, ma scettica perché mancherebbe una visione strategica.
Si può ragionare su tutto, ha proseguito Maione, ma dobbiamo aprire con la cttà un dibattito per decidere cosa è strategico e cosa serve a finanziare che cosa. Queste dismissioni serviranno a fare un piccolo cabotaggio per mettere rattoppi a problemi di flussi di entrata finanziaria, ma non c’è strategia sulla Brescia del futuro. Se il ragionamento è basato su annunci e sul cedere pezzettini una volta ogni tanto, non c’è serietà. Per altro, non è vero che la dismissioni di quote azionarie servono a diminuire le tasse, perché vanno in conto capitale. Piuttosto, non c’è traccia dei 100 milioni di dismissioni immobiliarie nel bilancio, che pure erano stati annunciati alla stampa: come stanno in piedi le cose?.
Dodici dunque gli emendamenti, presentati non per fare ostruzionismo, ma per discutere su temi specifici.
Non c’è più una riga sul Campus universitario, ha ribadito Nini Ferrari, capogruppo della civica, evidentemnete non è ritenuta una piorità, lo si vuole cancellare. Almeno, che siano trasparenti e che la città abbia chiaro che questa giunta si permette di rinunciare a 13 milioni di cofinanziamento del Miur.
Da Francesco Puccio, consigliere della civica Per Brescia, la richiesta all’attenzione alla domiciliarità dell’assistenza.
Per questo abbiamo presentato un emendamento, perché riteniamo che tutti i pazienti a basso e medio bisogno debbano essere curati in casa, con un sostegno alle famiglie. Sulla revisione del Pgt, Paola Vilardi ha annunciato la possibiltà di presentare una pregiudiziale. Apprendiamo dalla stampa che c’è in corso la revisione del Pgt, anche se non si capisce in che modo. Nella relazione dei revisori dei conti, alle prime righe si legge che ci deve essere coerenza tra Pgt e bilancio, perché ci sono questioni degli equilibri. Se davvero si vuole modificare il Pgt, o si cambia la relazione dei revisioni dei conti, anche alla luce anche dell’annullamento del bando ex articolo 36, o qualcosa non torna. Pare che la giunta operi improvvisando, senza tener conto della coerenza degli atti.
Sulla bonifica, poi, Vilardi sottolinea come nel bilancio non siano stati stanziati fondi né si dice dove si andranno a reperire.
Siamo intervenuti con un emendamento, ha proseguito Vilardi, anche sulla smart city: se non ci sono i fondi, non si dà corpo a questa iniziativa importante. Altro tema è la valorizzazione del patrimonio storico.
Una giunta, dunque, senza strategia: questa la sintesi del capogruppo Pdl Margaroli.
Scorrendo il bilancio mancano molte delle azioni promesse in campagna elettorale. Si dà sempre la colpa ai predecessori e speriamo che non sia così per cinque anni, perché non è elegante politicamente e denota una mancanza di assunzione delle responsabilità. Si pensa di illudere i cittadini, ma la verità è che ci troviamo un taglio del 15% sull’istruzione, del 5% sui servizi sociali, del 20% alle imprese. Questa è una cosa indecorosa, che la cità non merita.
Anche in conto capitale, ci sarebbero 60 milioni di euro in meno di lavori di manutenzione in tre anni.
Non vogliamo criticare l’aministrazione perché non prende provvedimenti adesso, ma perché non li vediamo neanche nel triennale. Dov’è il bilancio 2014 che avrebbe dovuto salvare la città?. Dal Pdl, anche la proposta per fare un referendum sulla vendita delle quote delle partecipate, se la giunta Del Bono non dovesse chiarire cosa vorrà fare con quanto incassato. Anche noi abbiamo discusso, quando eravamo al governo, sulla possibilità di vendere alcune quote delle partecipate, ha ricordato Margaroli, ma Del Bono era contrario. Oggi lo vuole fare senza discuterne.
Un emendamento, poi, riguarda anche l’attuale sede del centro sociale Magazzino 47, sebbene non venga citato nel testo.
Chiediamo, ha spiegato Margaroli, che la giunta si esprima, perché nei quartieri Fiumicello e Primo Maggio manca un luogo di aggregazione e cultura. Visto che nel bilancio i tagli sono drammatici, chiediamo se l’amministrazione ha intenzione di creare una biblioteca in via industriale 10. In un emendamento, poi, viene suggerita l’alienazione dell’Arvedi, oggi vuota, a Casa di Dio (di proprietà per la maggior parte del Comune) per realizzare un centro per disabili gravissimi. Vendimolo e con quei soldi, ha spiegato Maione, si può fare il piano per la smart city, per l’occupazione attiva con manutenzioni straordinarie e il piano bonifiche.

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