Gigi Fondra: “Non sono uno sprovveduto”

Il neo assessore ha replicato alle polemiche sollevate sulla sua investitura. "Ora sono l’assessore ai veleni, tra 5 anni spero di diventare l’assessore all’Ambiente".

(red.) Nei giorni scorsi, dopo la presentazione della nuova Giunta bresciana guidata dal sindaco Emilio Del Bono, sono scoppiate diverse polemiche, in città, sull’attribuzione dell’assessorato all’Ambiente e Protezione civile a Gianluigi Fondra.
Marino Ruzzenenti, storico ambientalista di Brescia, ha definito la scelta del primo cittadino “un’occasione persa” per avere alla guida di questa importante e delicata sezione dell’ammnistrazione in Loggia una persona con le competenze adeguate per i numerosi interventi di cui Brescia necessita (a partire dalla questione Caffaro, al sequestro dei parchi cittadini contaminati da Pcb e così via).
Ruzzenenti aveva pensato a Giulio Sesana, direttore di Arpa Brescia, in vista di pensionamento.
Ora, a farsi sentire, è la voce dello stesso “gnaro de Mompià” Fondra che, sul suo blog, ha pubblicato un intervento. Che riproponiamo integralmente.

Martedì mattina, per la prima volta, sono entrato in quello che sarà il mio ufficio. L’emozione è stata forte, così come il senso di responsabilità che mi sento sulle spalle.

Non fraintendetemi, l’opportunità concreta di poter fare qualcosa di buono per la mia città mi entusiasma. Ma non sono uno sprovveduto.
So che il percorso che mi aspetta è in salita, so che l’Ambiente – a Brescia più che altrove – è una faccenda seria, anzi serissima.
L’ho detto anche il giorno in cui è stata presentata la Giunta: ora sono l’assessore ai veleni, tra cinque anni spero di diventare l’assessore all’Ambiente. Ce la farò? Il mio impegno sarà totale.
La schiena dritta non mi manca e credo di averlo già dimostrato in diverse occasioni. Anche per questo sono convinto di meritarmi almeno il beneficio del dubbio e mi sembra davvero prematura la gogna mediatica in cui alcuni giornalisti e ambientalisti di lungo corso hanno già infilato la mia testa.
La critica è lecita e auspicabile, perché consente di mantenere sempre alto il livello di controllo su se stessi e sul proprio operato. Almeno, però, si aspetti di vedere in che direzione andrò, come imposterò il lavoro, quali soluzioni individuerò, con chi collaborerò.
In caso contrario il rischio è quello di apparire animati da preconcetti e portatori di sterili polemiche che potrebbero rendere inutilmente più difficile il confronto tra l’assessorato e le tante intelligenze che hanno a cuore la salute dei bresciani e il bene della nostra città. Questa sì sarebbe un’occasione persa.

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