Appalti pilotati, al via i primi interrogatori

Sentito dagli inquirenti Denis Moras, l'informatico della “3 Services Srl”. venerdì tocca al consulente De Beaumont. E la Procura amplia il raggio di indagine.

(red.) Hanno preso il via gli interrogatori di garanzia delle persone indagate dalla Procura di Brescia per presunti illeciti negli appalti e nell’affidamento delle consulenze nell’assessorato alla Mobilità e Traffico del Comune.
Giovedì è stato ascoltato Denis Moras, una delle tre persone per le quali è stata disposta la custodia cautelare (ai domiciliari), l’amministratore della società informatica “3 Services Srl”. Moras si è avvalsod ella facoltà di non rispondere.
Questo venerdì verrà sentito Michele De Beaumont, consulente dell’assessorato di via Marconi (Anche per lui sono stati disposti i domiciliari), mentre bisognerà attendere il rientro dagli stati Uniti per Giandomenico Gangi, funzionario del comune di Brescia e responsabile del servizio Mobilità e Trasporto Pubblico locale, settore finito nel mirino degli inquirenti.
Gangi dovrebbe tornare  a Brescia il prossmo 9 ottobre e solo allora verrà interrogato dai magistrati.
Secondo la Procura è lui il perno attorno al quale  si muoveva la macchina degli appalti “pilotati”.
Le accuse, a vario titolo, per gli arrestati e per altre persone finite nell’inchiesta (Severo Pace, dipendente di Brescia Mobilità e consigliere comunale della Lega a Bione; Alfredo Bolelli, amministratore delegato della Mizar Automazione; F.M. e Maria Gaia Corbetta, dipendente della Siemens Spa) vanno dalla concussione, alla corruzione, alla turbativa d’asta.
Secondo l’accusa, Gangi, che alla fine del 2011 era stato incaricato di gestire alcuni appalti esterni per il Piano di Infomobilità (piattaforma per la gestione dei flussi di traffico cittadini), del valore di 2,3 milioni di euro, avrebbe scelto, in accordo con De Beaumont e con Moras, di non avvalersi di una gara pubblica, ma di affidare gli appalti direttamente a due società, la Mizar e la Siemens, e così “spartirsi la torta”, guadagnandoci personalmente, secondo i pm, 300mila euro.
La Procura ora vuole appurare se tale “sistema” sia stato utilizzato solo nel caso contestato, oppure se sia stato utilizzato anche in precednza. Per questo motivo l’inchiesta si è allargata ed ora le indagini stanno raccogliendo informazionie  materiale anche per il periodo antecedente, tra il 2005 e il 2011.
Nelle indagini condotte dai carabinieri un ruolo molto rilevanti avrebbero sia le intercettazioni ambientali, sia quelle telematiche.

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