Sì al bilancio 2011, ma tra le polemiche

Approvato con i soli voti della maggioranza il consuntivo. Opposizione nettamente critica sull'operato della Giunta Paroli che ha tagliato gli investimenti.

(red.) Sì (solo dalla maggioranza in Loggia) al bilancio consuntivo 2011 del comune di Brescia.
Netta bocciatura invece dai banchi dell’opposizione (Pd, Sel e Laura Castelletti), che non ha lesinato stoccate e duri attacchi alla Giunta guidata dal sindaco Adriano Paroli. Partito con un ritardo di circa un’ora (per mancanza del numero legale) il Consiglio ha analizzato e discusso la gestione dei conti dell’anno scorso e anche il bilancio di previsione del 2012.
Fra i temi sul tavolo anche la fusione tra Aem ed Asm, il futuro della multiutility di Brescia e Milano A2A (pesantemente segnata dal tonfo in Borsa e il cui destino vien discusso giovedì in un vertice a cui partecipano i primi cittadini Paroli e Pisapia) e gli investimenti.
Fausto Di Mezza, assessore al Bilancio e il sindaco Paroli, oltre a sottolineare che la tassazione dell’ente comunale è “tra le più basse d’Italia” (ma guardando i calcoli della Cgia di Mestre che assegnano per ciascun contribuente bresciano una spesa pro capite in tasse locali pari a 1.550 euro si potrebbe pensare il contrario), sottolineando che l’Imu (Imposta unica municipale, che sostituisce l’Ici) resterà ai livelli più bassi (e verrà pagata in due tranche, la prima delle quali a giugno), hanno anche annunciato il “recupero” di 28 milioni di euro, denaro che costituisce l’avanzo di amministrazione e che consentirà al bilancio 2012 di restare in pareggio, evitando così la spada di Damocle del Patto di Stabilità.
Addizioni e sottrazioni che non hanno convinto le opposizioni, soprattutto il Partito Democratico secondo cui in cinque anni, dal 2007, sono stati persi milioni di euro di investimenti, passati da 21 a 2,9 milioni.
Critiche anche ai progetti che l’amministrazione ha messo in programma, primo fra tutti il parcheggio al Castello, e l’”inutile”, secondo il Pd, Sede unica del Comune.
Tante poi le voci che, secondo il capogruppo in Loggia Emilio Del Bono mancano all’appello: l’abbattimento della Torre Tintoretto a San Polo, il cubo bianco, il campus universitario, il “no” all’ampliamento della sede della Cattolica a Mompiano, escluso dal Pgt, i mancati investimenti sull’ambiente e sul centro storico.
Ma per Di Mezza la vera crisi dei conti è legata alla “fusione sconsiderata” di Asm e Aem, e dai minori dividendi derivati dall’operazione Edison, e dal buco del metrò, eredità del centrosinistra.

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