La Centrale del Latte nel piano dismissioni?

La controllata del comune di Brescia potrebbe essere ceduta per rispettare il Patto di stabilità. Ma potrebbe essere "salvata" dalla cessione del 2% di A2A.

(red.) Al comune di Brescia servono 71 milioni di euro per poter rientrare nel Patto di Stabilità imposto agli enti locali dal Governo.
La Loggia deve quindi mettere mano alle dismissioni per rispettare la normativa e non incorrere in sanzioni.
Nella partita delle possibili cessioni entra a far parte la Centrale del latte che il comune potrebbe cedere, restando comunque socio di maggioranza con il 50% delle quote.
Altro capitolo quello che riguarda la dismissione parziale delle azioni detenute in A2A insieme con il comune di Milano.
Un’ipotesi più remota però quest’ultima, anche se è venuto meno il tabù sulla cessione, come recentemente affermato dallo stesso assessore al Bilancio del comune di Brescia Fausto “Tommy” Di Mezza. Ipotesi contro cui si sono sollevate le reazioni dei sindacati.
Insieme con la Centrale del Latte potrebbero essere salutate le partecipazioni in società Autostrade e venduta parte del patrimonio immobiliare pubblico (era stata ventilata l’ipotesi quella dell’ex Mercato dei grani in piazzale Arnaldo e l’ex macello).
Quello che è certo è che qualcosa dovrà essere ceduto ed entro giugno la delibera dovrà essere vagliata dal Consiglio comunale.
Sono due i piani d’azione anticipati dalla Loggia: innanzitutto la dismissione delle quote, dalle quali si stima di ricavare 55 milioni di euro e quindi anche la vendita degli immobili, da cui si potrebbero guadagnare 16 milioni.
In questo modo il Patto verrebbe rispettato. Non solo, alla fine del mese è fissata la riunione tra i vertici dei comuni di Brescia e Milano per fare il punto della situazione sulla multiutility e per discutere l’eventuale cessione delle quote. Se così fosse, cedendo il 2% di A2A la Loggia incasserebbe 60 milioni di euro, e non sarebbe quindi costretta a mettere le mani sulla centrale del Latte.

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