Bilancio: il Pd risponde picche

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palazzologgia.jpgChiede che sia riscritto. E non firmerà il documento unitario proposto da Di Mezza.


(e.reg.) Un bilancio comunale che non sfori il patto di stabilità? Si potrebbe fare. Ne sono convinti gli esponenti di minoranza di palazzo Loggia che hanno sollecitato i colleghi della maggioranza a rivedere e riscrivere il documento contabile. I tempi ci sarebbero (la data del prossimo consiglio è fissata per il 6 marzo), la volontà di mettere mano alle voci di investimento in spese pubbliche, al contrario, no.
"Brescia con questo documento sforerebbe il patto di stabilità all’incirca per 28 milioni di euro", afferma Fabio Capra della commissione Bilancio. "Sono aumentate le uscite rispetto alle previsioni e dunque ritengo che basterebbe ripresentare un bilancio meno velleitario e più realista". A partire, per esempio, dall’eliminazione dei 17 milioni di euro necessari per abbattere la torre Tintoretto di San Polo oppure gli 800 mila euro per la trasformazione delle pensilina di piazza Rovetta in luogo per gli studenti (vista la bocciatura della Soprintendenza ai beni architettonici). Invece "si ipotizza di incassare 83,4 milioni da dividendi A2A, il massimo di previsione d’entrata raggiunta finora in questa voce. Mentre sono previste 9 milioni di entrate in meno da sanzioni per violazioni al codice della strada".
Per il consigliere Federico Manzoni sforare il patti di stabilità sarebbe un atto di irresponsabilità. "Comporterebbe gravi ripercussioni dirette anche sulle future assunzioni", specifica, "anche per quanto riguarda i nuovi agenti promessi alla cittadinanza dal vice sindaco Fabio Rolfi".
Per il Pd dunque la cosa più saggia sarebbe rimodulare il bilancio seguendo criteri che garantiscano di rispettare il vincolo finanziario imposto dal governo centrale. "Anche perché, fino ad ora, abbiamo visto che Brescia non ha certo goduto di alcuna deroga del cosiddetto governo amico", sottolinea il capogruppo Del Bono definendo inadeguata e approssimativa l’amministrazione della giunta Paroli.
"Decidere oggi di sforare il patto di stabilità è contro la legge" rincarano gli esponenti del Pd invocando piuttosto l’applicazione dello strumento del federalismo fiscale. "Brescia sarebbe autosufficiente per il 93%",  sostiene Capra, nonostante tutte le limitazioni nella gestione del gettito tributario (Ici abolita a tutti, tasse rifiuti…).
E per quanto riguarda la proposta dell’assessore Fausto Di Mezza di sottoscrivere un documento unitario contro la nuova interpretazione del bilancio di previsione 2009-2011 (leggi qui) la minoranza è chiara: "Una proposta molto appetibile sul piano politico ma poco seria sul profilo della buona amministrazione della città. Noi proferiamo risolvere i problemi non accantonarli".
La situazione peraltro è già molto avanti, visto che martedì 
la maggioranza in commissione Bilancio ha già approvato il documento di previsione nella versione preparata dall'assessore Di Mezza, con cinque voti favorevoli da Pdl e Lega Nord contro i tre contrari del Pd.

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