Coronavirus, il presidente della Provincia Alghisi: “Tamponi a tappeto”

"Concentrarsi anche sui malati a domicilio per avere un quadro completo. Così si progetta la seconda fase".

(red.) Dai dati presentati ieri, giovedì 16 aprile, sui casi di contagio da coronavirus in Lombardia continua a emergere che la curva dei nuovi casi positivi è discendente. Lo si nota anche nel bresciano dove la quota attuale è di 11.355 casi e con un aumento di 168 rispetto alle 24 ore precedenti. Anche se all’interno, come è chiaro da qualche giorno, sono inclusi i dati dei tamponi effettuati agli operatori sanitari nelle case di riposo. Mentre, purtroppo, ieri è di nuovo aumentata la quota dei deceduti di altri 57. E dal territorio bresciano, però, continua la pressione all’indirizzo della Regione Lombardia sui tamponi e i test sierologici.

Dopo la posizione del sindaco del capoluogo Emilio Del Bono, anche il presidente della Provincia Samuele Alghisi è intervenuto nel dibattito. “Finalmente la Regione ha ascoltato le istanze dei sindaci e dei presidenti di Provincia, che da tempo, in modo univoco, chiedono tamponi diagnostici e test per avere un quadro generale più preciso della situazione dei contagi e per poter, di conseguenza, comprenderne l’evoluzione. E’ certamente un dato positivo – si legge in una nota – che gli ospedali non siano più al collasso, ma il periodo resta critico; soprattutto nelle zone più colpite della Lombardia bisogna avere un quadro preciso dei positivi, in modo da poter ragionare con dati reali alla mano sulla fase 2, quella della ripresa, che comunque dovrà essere lenta e graduale.

Bene che Regione Lombardia inizi a effettuare test, sperando che, dopo quelli iniziati con molto ritardo nelle Rsa ci si concentri anche sui malati a domicilio, un dato fino ad ora sommerso, ma fondamentale per poter essere davvero pronti ad affrontare insieme la seconda fase. Le istituzioni hanno bisogno di chiarezza, i sindaci devono poter conoscere nel dettaglio la situazione del proprio territorio: siamo pronti a collaborare con prefettura e Ats per trovare alloggi idonei ai dimessi che non possono ancora entrare in contatto con i familiari, siamo pronti a intervenire per supportare le famiglie in difficoltà, grazie anche alla meravigliosa rete di volontari che quotidianamente ci aiutano. Ma i tamponi vanno fatti a tappeto.

Oltre alle Rsa, ci sono realtà nel bresciano, come ad esempio le cooperative onlus che si prendono cura delle persone disabili, che hanno bisogno di aiuto, lavorando con personale ridotto e con carenza di dispositivi, mentre gli ospiti si ammalano. Bisogna avere la possibilità di intervenire in un quadro che rispecchi la realtà e la vera portata di questa epidemia. Ma spiace constatare – dice Alghisi rivolgendosi al governatore lombardo Attilio Fontana – che nel milanocentrico Comitato dei Saggi non ci sia una rappresentanza bresciana perché in questo modo viene ignorata una provincia, duramente colpita da questo virus, che avrebbe portato un grande contributo attraverso la nostra università, apprezzata a livello nazionale e internazionale in campo medico, scientifico, economico e non solo”.

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