Deleghe ‘bresciane’ alla Regione? “No” di Mottinelli

Il presidente della Provincia, Pier Luigi Mottinelli, stigmatizza la scelta del Pirellone di tenere per sè agricoltura, caccia e pesca.

broletto-preffettura-provincia(red.) La Giunta regionale della Lombardia ha approvato il progetto di legge di riforma del sistema delle autonomie in attuazione della Legge Delrio. Il testo, che ora viene mandato al Consiglio regionale, dispone il riordino delle funzioni conferite alle Province. “Abbiamo deciso – ha spiegato il presidente Roberto Maroni – di seguire il principio di confermare le competenze attribuite alle Province, con alcune eccezioni: Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca vengono ritrasferite alla Regione. Questo vale per tutte le Province, salvo che per la Città metropolitana di Milano e la Provincia di Sondrio”.
Sulla delibera del Pirellone ha espresso le proprie perplessità il presidente della Provincia di Brescia, Pier Luigi Mottinelli, il quale ha stigmatizzato la scelta della Regione di tenere per sè le deleghe di agricoltura, caccia e pesca, che  resteranno così  in capo a palazzo Lombardia. Per il numero uno in Broletto si tratta di un errore, che non tiene conto delle peculiarità della Provincia di Brescia, prima provincia agricola d’Italia e per caccia.
Mottinelli ha già annunciato che farà opposizone alla delibera regionale che verrà impugnata, se necessario, anche davanti al Tar.
Si tratta di uno dei tanti nodi ancora da sciogliere conseguenti alla riforma Delrio sugli enti provinciali: sotto la lente anche gli “esuberi” del personale delle amministrazioni, che saranno oggetto di una “revisione” entro il 31 marzo. Gli addetti in Broletto sono già sul piede di guerra.
Per quanto riguarda il personale delle Province, Maroni ha sottolineato che “a oggi non è prevista l’attribuzione alle Regioni in via coattiva, anche se il sottosegretario Rughetti ha annunciato per il 2 gennaio un decreto del Governo che ribalterebbe questa situazione”. “Siamo in una situazione – ha constatato – che, per usare un eufemismo, è di ‘caos istituzionale’. Noi tentiamo di ridurre il danno con questa proposta di legge, che adesso va in Consiglio e che intendiamo mantenere aperta proprio per vedere l’andamento di queste novità istituzionali”.
Il governatore lombardo Maroni non ha nascosto che il prossimo anno “sarà molto difficile per le Province, a causa dei tagli del Governo, in particolare per quanto riguarda il trasporto pubblico locale e l’edilizia scolastica, competenze esclusive delle Province, che la Regione, anche volendo, non potrà continuare a finanziare”.
Il Presidente lombardo ha anche ricordato che sulle nuove Province “pende pure la spada di Damocle della Riforma del Titolo V della Costituzione, che ne prevede la cancellazione. Si tratta dunque di un livello istituzionale che si trova in una sorta di ‘limbo’ e anche per questo non abbiamo voluto modificare, salvo due eccezioni, le competenze attuali”.
Viste queste difficoltà all’orizzonte, il governatore ha informato sulla decisione di mantenere attivo “l’osservatorio che avevamo istituito con i presidenti delle Province e con i sindaci delle città capoluogo, per arrivare al progetto di legge odierno”. “Abbiamo deciso di mantenerlo – ha detto -, per fare il monitoraggio della situazione, anche alla luce dell’altro elemento di criticità, oltre alla Legge Delrio, ossia la riduzione del personale, visto che il 50 per cento dei dipendenti delle Province verrà messo in mobilità. Per questo motivo, abbiamo deciso di allargare l’osservatorio anche al sindacato”.

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