“Consiglio provinciale senza regole”

Durante la seduta quattro consiglieri di minoranza hanno disertato l'aula per protesta contro l'applicazione dello Statuto.

broletto Giunta(red.) Polemiche nel consiglio provinciale di Brescia. I consiglieri dei gruppi “Comuni in Provincia” Nicoletta Benedetti e Gianpietro Maffoni  e “Lega Nord”, Mattia Zanardini e Giovanmaria Flocchini, hanno abbandonato l’aula per denunciare “l’assoluta mancanza delle regole democratiche” sulla convocazione del Consiglio Provinciale. I quattro politici si aspettavano, infatti, il rispetto del Regolamento e dello Statuto vigente, che prevede la convocazione dei capigruppo per la stesura dell’ordine del giorno.
“Siamo ben coscienti del fatto che la Provincia è in un momento di transizione, comprendiamo anche gli impegni e le responsabilità che il nuovo Presidente ha, per questo chiediamo che le regole vengano rispettate e che ci sia un minimo di organizzazione interna per permetterci di contribuire in modo propositivo e costruttivo. Una circolare ministeriale del 23 ottobre 2014 chiarisce che, in assenza del nuovo Statuto, vigono Statuto e Regolamento in essere. Nelle altre provincie si stanno applicando le regole vigenti, non capiamo qui dove sta il problema”, ha affermato Benedetti. Flocchini ha aggiunto che “è legittimo che ogni consigliere esprima la propria opinione in sede di consiglio”, e durante il suo intervento ha invitato il Presidente a sospendere qualche minuto i lavori per riflettere sull’ordine del giorno per evitare che i sottoscrittori del documento abbandonassero l’aula.
“Devo dire che come inizio di mandato”, ha spiegato Maffoni consigliere uscente, “il nostro Presidente  non ha usato i modi e i toni che gli erano concessi durante le scorse legislature. Oggi lui ci ha fatto capire che i consiglieri di minoranza potranno intervenire quando lo decide lui (visto che non mi ha concesso la parola), che si può evitare di fare l’appello dei presenti all’inizio della seduta, che il dibattito non serve e che il regolamento attuale si può non rispettare, quindi alle minoranze non rimane che partecipare ai prossimi consigli solo per ratificate ciò che lui ha deciso” .
“a parole si dichiara apertura”, ha concluso Zanardini, “e poi nei fatti si rileva una totale chiusura nei nostri confronti. In onda abbiamo visto il trionfo del neo conservativismo”.

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