Appalti truccati, Molgora: «Sono sereno»

Il presidente della Provincia di Brescia ha rimarcato che le attività di indagine svolte dalla procura riguardano attività precedenti la sua amministrazione.

(red.) A pochi mesi dall’addio definitivo alle attività dell’ente pubblico, così come previsto dal decreto Delrio, divenuto legge dopo l’approvazione delle Camere, sulla Provincia di Brescia si è abbattuto uno tsunami giudiziario che ha interessato le procedure di appalto e di forniture all’assessorato Lavori Pubblici del Broletto. Ventidue le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Brescia coordinata dal pubblico ministero Claudio Pinto. In manette, l’imprenditore edile Mariano Gaburri e un dipendente dell’ente Provincia, P.B., quest’ultimo ai domiciliari al quale sono stati contestati i reati di peculato, falso in atti pubblici per l’assegnazione di appalti con fittizie procedure e turbativa d’asta in concorso con altri funzionari della Provincia. Gaburri è accusato di traffico illecito di rifiuti e frode nelle pubbliche forniture, per aver utilizzato rifiuti non pericolosi al posto del materiale previsto nel capitolato d’appalto per la formazione di tratti stradali della Lenese, a Montichiari, e della Paullese, a Montecremasco. Sotto la lente degli investigatori anche la Brescia-Quinzano e la 345, nel tratto compreso tra i comuni di Collio e Bagolino.
Sulla vicenda si è espresso il presidente della Provincia, Daniele Molgora, il quale ha voluto sottolineare come le indagini riguardino attività risalenti a tre anni fa, ma che non riguardano il periodo dell’attuale amministrazione, rimarcando il fatto che le indagini «non si concentrano sulla parte politica dell’amministrazione, ma su quella operativa», e dicendosi «assolutamente sereno».

 

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