Senza Provincia risparmiati 600mila euro

La manovra Monti taglia i costi della politica e "sacrifica" l'ente pubblico. Entro il novembre 2012 scomparirà il Consiglio e saranno eletti solo 10 rappresentanti.

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(red.) Se c’è un risultato dalla manovra varata dal Governo Monti è quello di aver messo d’accordo maggioranza ed opposizione in Broletto sul taglio all’ente Provincia.
Tanto il presidente Daniele Molgora, quanto il capogruppo dell’opposizone Diego Peli sono infatti concordi nel ritenere il taglio (e la futura abolizione) delle Province come qualcosa di “assurdo” oltre che inutile ai fini del contenimento della spesa pubblica.
Nella proposta del nuovo governo tecnico è previsto che, entro il 30 marzo, le competenze passino alle Regioni che poi stabiliranno le nuove allocazioni.
Entro il 30 novembre l’addio ai consigli provinciali e quindi l’elezione del  nuovo presidente che sarà alla guida di un gruppo di soli dieci rappresentanti scelti dai Comuni.
I nuovi “consiglieri provinciali” non percepiranno alcun emolumento per il ruolo ricoperto.
La “partita” che vede contrapposti Parlamento e Upi (Unione province italiane) è molto serrata.
Nel suo intervento di luendì il presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione ha messo nel mirino i presunti risparmi avviati dalla manovra, in grado a suo dire di ”produrre solo 30 milioni di euro di risparmi”, cosa non certo decisiva ”se confrontata con i costi della politica nazionale”.
Di fronte a una platea arrabbiata Castiglione ha ribadito che ”le Province non sono la casta”, prendendosela con chi dimentica i costi degli enti intermedi delle nostre istituzioni, ”circa 7 miliardi di euro, o anche i 2,5 miliardi dei loro consigli di amministrazione”.
Rispetto a un trasferimento precedente di 1,2 miliardi, ”oggi le Province scontano un taglio di 1 miliardo e da questo momento”, ha sottolineato, “dovranno contare solo su 200 milioni”. Poi ha anche ricordato che nei giorni scorsi ”Monti ci aveva assicurato che non avrebbe messo a punto norme di carattere ordinamentale, ma poi, come abbiamo visto, così non è avvenuto”. E martedì si replica, tra l’altro con uno studio commissionato alla Bocconi ”molti giorni prima”, ha precisato il presidente dell’Upi, “della designazione a capo del governo di Mario Monti”.
Per quanto riguarda il “risparmio” che si otterrà a Brescia con lo snellimento degli organi di rappresentanza, esso è stato stimato in circa 600 mila euro. Tagliate le indennità mensili da 2.700 euro netti per gli assessori e il presidente del consiglio provinciale, oltre ai 1.000 euro per spese di rappresentanza. Al presidente della Provincia e al vicepresidente spetterebbe un’ indennità intorno ai 6 mila euro lordi che non viene corrisposta perché entrambi ricoprono già il ruolo di parlamentari.
Il gettone di presenza dei consiglieri (36 in tutto) ammonta invece a 100 euro lordi (commissioni e sedute consiliari). Nel 2010 il Consilgio in Broletto ha speso complessivamente 456 mila euro lordi.

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