Hina: confermate le condanne

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    hina.jpgEmessa la sentenza della Cassazione : 30 anni al padre e 17 ai cognati.


    (red.) La
    Prima sezione penale della Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di
    carcere per il padre di Hina, Mohammed Saleem accusato di aver ucciso la figlia
    a Sarezzo (Brescia) l'11 agosto 2006 nella propria abitazione perchè la
    ragazza voleva condurre uno stile di vita occidentale diverso dalle tradizioni
    della famiglia pachistana.
    La giovane era stata sgozzata e poi sepolta in una
    buca nel giardino di casa. Il suo corpo venne ritrovato coperto da un mucchio
    di terra con la testa rivolta verso la Mecca.
    Confermate anche le condanne a 17 anni nei confronti dei cognati di Hina,
    Khalid Mahmood e Zahid Mahmood, che al momento dell'omicidio si trovavano in
    casa e avrebbero aiutato il padre a compiere il delitto (leggi qui ) .
    Accolte dunque le richieste del sostituto procuratore della Cassazione
    Francesco Lo Voi che aveva motivato la richiesta di conferma delle pene insistendo
    sulla premeditazione del delitto (leggi qui ) e che  aveva chiesto il rigetto di tutti i ricorsi
    presentati dalla difesa degli imputati.
    All'udienza era presente, oltre alla difesa del padre di Hina, l'avvocato Paola
    Savio, anche la parte civile, l'avvocato Francesco Gibila che rappresentava
    Giuseppe Tempini, fidanzato della ragazza. Tempini ha chiesto un risarcimento
    danni per il delitto della sua fidanzata.
    La difesa del padre di Hina tra i motivi di ricorso ha contestato la mancata
    perizia psichiatrica e per quanto riguarda la parte civile ha contestato anche la
    richiesta di risarcimento perchè, secondo l'avvocato Savio, Hina non aveva un
    rapporto stabile con Tempini.

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