Compositrici ebree tra Otto e Novecento: giovedì nel Ridotto del Grande

(red.) Giovedì 27 gennaio alle ore 20.00 nel Ridotto del Teatro Grande è in programma “Il canto di Lilìt. Compositrici ebree tra Otto e Novecento“. Interpreti Giulia Peri, soprano e Gregorio Nardi al pianoforte.
Musiche di Fanny Mendelsshon, Helene Liebmann, Harriett Abrams, Marion Bauer, Rosy Wertheim, Ruth Schonthal, Ilse Weber.
Il programma propone un’esplorazione dell’opera di compositrici ebree a partire dal primo Ottocento, per concentrarsi in modo particolare su coloro che furono attive nella prima metà del Novecento e che furono colpite, in vario modo, dalla Shoah.
Studiarne le composizioni è una via per documentarsi sulla loro formazione e cultura, sulla posizione che ebbero in famiglia e nella società, su limitazioni e opportunità della loro esistenza di donne e di ebree nell’Europa degli imperi e poi nel grande tumulto tragico del secolo scorso.
Di quale grado di emancipazione godettero davvero artiste come Fanny Mendelssohn, talentuosa compositrice di famiglia ricchissima, di grande cultura, di ampie frequentazioni, o Helene Liebmann, amica di Goethe? Di quali modelli e stili si nutrono le composizioni di musiciste ebree anglosassoni come l’inglese Harriett Abrams o l’americana Marion Bauer? Quale influsso ebbero sulla sua formazione le fughe da un paese all’altro di Ruth Schonthal, figlia di ebrei viennesi costretti all’emigrazione in molti paesi diversi prima di stabilirsi negli Stati Uniti? E come s’intrecciano, nella commovente storia di di Ilse Weber, le angustie di una madre che vuole salvare i figli, la vocazione all’assistenza, l’ispirazione artistica, l’esperienza del Lager?
Cercando risposte a queste domande ci inoltriamo in vite ed esperienze artistiche di grande interesse, che molto possono dirci in termini di cultura delle donne, di storia delle famiglie, di ricezione dell’arte femminile.

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