Dalla Corte Ue un freno alla fusione di A2A con Lgh?

«I giudici comunitari hanno sancito la decadenza dell’affidamento in house anche quando la cessione ad un privato sia avvenuta con procedura di gara ad evidenza pubblica. Lo riferisce Ferdinando Alberti, consigliere regionale bresciano del M5S.

Brescia. «La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza che potrebbe stravolgere le procedure di cessione ai privati delle società in house e che quindi potrebbe avere un impatto devastante anche sulle vicende legate alla fusione di LGH in A2A». Lo afferma Ferdinando Alberti, consigliere regionale del M5S.

«I giudici comunitari hanno sancito la decadenza dell’affidamento in house anche quando la cessione ad un privato sia avvenuta con procedura di gara ad evidenza pubblica. Questo perché, cambiando la famiglia di appartenenza, è evidente non ci si possa avvantaggiare di un precedente privilegio giuridico».

«La sentenza europea – ribadisce il consigliere bresciano – coinvolgerebbe il caso A2A-LGH dove addirittura la cessione non è nemmeno avvenuta con gara rendendo ancor più evidente quanto il Movimento 5 Stelle ripete da anni. Gli affidamenti alla società fatti prima della cessione possono rimanere tali solo se l’azienda continua ad essere una società in house e sembra evidente che la nuova LGH non rientri in alcun modo in tale fattispecie».

«Ora quello che mi aspetto è la piena attuazione della sentenza della corte di giustizia europea. Significherebbe ridare al legittimo proprietario, i Comuni ex-soci di LGH, tutti i servizi acquisiti da A2A in seguito alla fusione affinché possano procedere a bandire nuove gare d’appalto».
«Dopo questa sentenza, l’azione del nostro gruppo politico proseguirà in maniera ancora più convinta rispetto a prima. Depositeremo a breve un’interrogazione in consiglio comunale a Brescia per sapere l’entità dei danni che l’applicazione di questa sentenza porterebbe alla partecipata A2a. È necessario capire quanti appalti e servizi dovranno essere riconsegnati e non solo in merito al caso LGH ma anche di tutte le altre società pubbliche acquisite da A2a nel corso della sua esistenza».

«Ma lo scenario che si prospetta potrebbe essere ancora più rivoluzionario. Infatti la sentenza potrebbe riscrivere l’intero settore dei servizi pubblici locali, come ad esempio il Servizio Idrico Integrato (SII). La sentenza infatti pone un diniego alla privatizzazione di Acque Bresciane, pena la restituzione della titolarità sul SII. Risulta evidente che solo rimanendo un soggetto totalmente pubblico, ovvero un ente sul quale i Comuni continuano ad esercitare il c.d. “controllo analogo”, Acque Bresciane potrà continuare a gestire le reti acquisite dai precedenti gestori pubblici che hanno ottenuto quegli appalti con affidamenti diretti. Con questa sentenza la ripubblicizzazione dell’acqua potrebbe essere più vicina».

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