Fusione A2A-Lgh, Belotti tira per la giacchetta i colleghi di Cremona e Crema

Il primo cittadino di Rovato, nel ritirare le dimissioni presentate le scorsa settimana, ha chiamato in causa i sindaci delle città lombarde, cui è stato notificato l'atto dalla Corte dei Conti.

(red.) Le dimissioni, prima presentate, poi ritirate, del sindaco di Rovato, Tiziano Belotti, scuotono il mondo della politica e il primo cittadino, in una lettera pubblicata sulla sua pagina Facebook, “tira per la giacchetta” i colleghi di Cremona, Gianluca Galimberti (area PD), di Crema Stefania Bonaldi (area PD), di Lodi Sara Casanova (area PD), e di Pavia Mario Fabrizio Fracassi (area PD),coinvolti, come Belotti, nella vicenda legata all’operazione di fusione per incorporazione di Linea Group Holding in A2A.
Nella città del Torrazzo, giovedì 9 dicembre, è previsto un consiglio comunale con un’interrogazione della Lega Nord sul presunto danno erariale (lo stesso contestato al sindaco franciacortino) ipotizzato dalla Corte dei Conti.
Una fusione finita, a Cremona, sotto la lente del Movimento 5 stelle a seguito della messa in vendita da parte di A2A di alcune reti del gas di comuni cremonesi, acquisite da Lgh.

Sono otto i comuni in cui A2A ha messo in vendita le reti del gas che ha in concessione, situati al confine con il bresciano, come Ostiano, dove il Comune ha in corso un contratto di gestione in proroga, sottoscritto 17 anni fa con Asm Brescia, poi diventata A2A. Stessa situazione a Gabbioneta-Binanuova, Grontardo, Pessina Cremonese, Pozzaglio ed Uniti, Torre de’ Picenardi, Genivolta, Pescarolo ed Uniti, tutti municipi geograficamente vicini al confine con la provincia di Brescia.
A dare notizia della vendita i pentastellati lombardi che paventano una progressiva perdita del patrimonio pubblico a seguito del matrimonio Lgh-A2A.
La Corte dei Conti partirebbe dal presupposto che una gara pubblica avrebbe portato ad una cessione più vantaggiosa per Lgh rispetto alla cessione diretta e all’offerta fatta da A2A. Nella messa in mora la procura generale avviserebbe i destinatari della possibilità di risarcire ‘in solido’ il danno arrecato, che, però, dovrà essere quantificato al termine dell’attività istruttoria.

 

 

 

 

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