A2a-Lgh, “sbagliata, è una svendita”

Il coordinatore provinciale bresciano di Fratelli d'Italia critica l'operazione. "Condizioni favorevoli solo alla società bresciana e milanese".

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A2a(red.) Sull’intesa tra A2a e Lgh, di cui Linea Group Holding dovrà decidere entro il 21 dicembre per l’offerta vincolante da 125 milioni della multiutility bresciana e milanese, la società Cogeme, inizialmente restia, è tornata sui suoi passi. Il consiglio di amministrazione della società legata a diversi comuni bresciani e bergamaschi, titolare del 31% della realtà che fa riferimento a Crema, Cremona, Rovato, Pavia e Lodi, ha acconsentito all’operazione. Ma dal punto di vista politico, c’è chi è contrario e ritiene che si tratti di una “svendita” di Cogeme e delle altre società collegate. Lo dice il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Gianpietro Maffoni al quale si è associato anche quello di Cremona Stefano Faggetti.
Secondo Maffoni, l’acquisizione da parte di A2a del 51% di Lgh potrebbe avere conseguenze negative sull’occupazione e i territori, a fronte di un’offerta che non sarebbe compatibile economicamente e per governance. All’interno dello stesso partito c’è chi pensa che A2a, come socio di maggioranza, detterà le regole di ristrutturazione alle compagini che arrivano da Lgh, dando alla seconda solo funzioni di rappresentanza. In più, stando ai Fratelli d’Italia di Brescia, i Comuni percepiranno un dividendo molto minore per varie clausole ritenute favorevoli ad A2a. La sezione cremonese dello stesso movimento aderisce alla linea dei contrari e ritiene che sia meglio una gara pubblica per la vendita delle quote. Tanto da chiedere ai sindaci legati a Cogeme di avanzare un’istanza alla Corte dei Conti e all’Autorità Nazionale Anticorruzione.

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